Questi sono dei biscotti semplici, fragranti e molto golosi.
È già la terza volta che li preparo e ogni volta ho modificato qualcosa rispetto all'originale, non perché nell'originale ci fosse qualcosa che non mi attirava, ma solo perché la prima volta che li ho preparati mi sono accorta che avevo una sola barretta di cioccolato e non avevo la vaniglia... quindi per rimediare a una confezione di fichi secchi aperta da un po' di tempo ho pensato bene che fosse giunto il momento per usarli... e così me ne sono innamorata! E ovviamente la volta successiva ho ripetuto la stessa ricetta sostituendo sempre la vaniglia con dello Zibibbo... beh, a me così sembrano perfetti! :) Ammetto però di non aver assaggiato gli originali!
Certo sono diversi da quelli originali e forse sono anche più rustici e meno raffinati, ma se vi svegliate un giorno con la voglia di infornare dei biscotti, fateli e vi garantisco che non vi pentirete (anche perché se ne vanno che è una meraviglia.. eh eh eh).
Anzi, Paolettaaaa provali pure tu, così poi mi dici che ne pensi! :)
La ricetta l'ho presa direttamente da qui, ma ho cambiato leggermente le dosi...
Questi sono gli ingredienti originali:
È già la terza volta che li preparo e ogni volta ho modificato qualcosa rispetto all'originale, non perché nell'originale ci fosse qualcosa che non mi attirava, ma solo perché la prima volta che li ho preparati mi sono accorta che avevo una sola barretta di cioccolato e non avevo la vaniglia... quindi per rimediare a una confezione di fichi secchi aperta da un po' di tempo ho pensato bene che fosse giunto il momento per usarli... e così me ne sono innamorata! E ovviamente la volta successiva ho ripetuto la stessa ricetta sostituendo sempre la vaniglia con dello Zibibbo... beh, a me così sembrano perfetti! :) Ammetto però di non aver assaggiato gli originali!
Certo sono diversi da quelli originali e forse sono anche più rustici e meno raffinati, ma se vi svegliate un giorno con la voglia di infornare dei biscotti, fateli e vi garantisco che non vi pentirete (anche perché se ne vanno che è una meraviglia.. eh eh eh).
Anzi, Paolettaaaa provali pure tu, così poi mi dici che ne pensi! :)
La ricetta l'ho presa direttamente da qui, ma ho cambiato leggermente le dosi...
Questi sono gli ingredienti originali:
160 gr di cioccolato fondente al 70%
120 gr farina
100 gr di burro di ottima qualità
40 gr zucchero
40 gr zucchero di canna
50 gr di nocciole o noci in pezzetti (io ho usato le nocciole)
1 uovo
1/2 cucchiaino da thè di lievito in polvere
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
E questi sono i miei:
100 gr di cioccolato fondente al 70%
120 gr farina
100 gr di burro di ottima qualità
40 gr zucchero di canna
50 gr di fichi secchi
50 gr di nocciole tritate
1 uovo
1/2 cucchiaino da thè di lievito in polvere
1 o 2 cucchai di Zibibbo
Per la preparazione ho seguito alla lettera l'originale (tranne per il fatto che ho usato un cucchiaio da minestra anziché quello da thè per dare la forma...eh eh eh).
120 gr farina
100 gr di burro di ottima qualità
40 gr zucchero
40 gr zucchero di canna
50 gr di nocciole o noci in pezzetti (io ho usato le nocciole)
1 uovo
1/2 cucchiaino da thè di lievito in polvere
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
E questi sono i miei:
100 gr di cioccolato fondente al 70%
120 gr farina
100 gr di burro di ottima qualità
40 gr zucchero di canna
50 gr di fichi secchi
50 gr di nocciole tritate
1 uovo
1/2 cucchiaino da thè di lievito in polvere
1 o 2 cucchai di Zibibbo
Per la preparazione ho seguito alla lettera l'originale (tranne per il fatto che ho usato un cucchiaio da minestra anziché quello da thè per dare la forma...eh eh eh).
Beh, ultimamente questa ricetta sta stipando fra i blog e approvo pienamente il motivo! È un digestivo molto gradevole sia nel gusto che nell'aspetto... guardate che bel colorino ha! Quel verde brillante è infinitamente seducente vero?
E poi cosa assolutamente importante la sua preparazione è di una semplicità disarmante, un po' come il limoncello e l'arancino insomma! :)
Io ho usato questa ricetta presa da Fiordizucca e ne ho dimezzato le dosi, perché avevo solo una bottiglietta da mezzo litro di alcol in casa...beh, con queste dosi me ne sono uscite 4 di bottigliette di liquore, ottimo da portare come pensierino ad una cena oppure da tenere in dispensa per quando ne avrete bisogno!
Ingredienti:
1/2 litro di alcol a 90°
20/25 foglie di alloro verdi
600 ml di acqua
400 g di zucchero
Intanto lavare e asciugare le foglie di alloro e riporle in un vaso capiente di vetro insieme all'alcol. Chiudere e lasciare riposare per 10 giorni circa, avendo cura di agitare il vaso di tanto in tanto.
Trascorso il tempo di riposo, scaldare l'acqua con lo zucchero [mescolando continuamente con una frusta] fino a ché si trasformerà in uno sciroppo [non deve bollire]. Spegnere il fuoco e lasciar completamente raffreddare.
Filtrare l'alcol eliminando le foglie di alloro e aggiungere lo sciroppo freddo.; mescolare e versare in bottigliette. Riporre in un luogo buio. Servire freddo.
E poi cosa assolutamente importante la sua preparazione è di una semplicità disarmante, un po' come il limoncello e l'arancino insomma! :)
Io ho usato questa ricetta presa da Fiordizucca e ne ho dimezzato le dosi, perché avevo solo una bottiglietta da mezzo litro di alcol in casa...beh, con queste dosi me ne sono uscite 4 di bottigliette di liquore, ottimo da portare come pensierino ad una cena oppure da tenere in dispensa per quando ne avrete bisogno!
Ingredienti:
1/2 litro di alcol a 90°
20/25 foglie di alloro verdi
600 ml di acqua
400 g di zucchero
Intanto lavare e asciugare le foglie di alloro e riporle in un vaso capiente di vetro insieme all'alcol. Chiudere e lasciare riposare per 10 giorni circa, avendo cura di agitare il vaso di tanto in tanto.
Trascorso il tempo di riposo, scaldare l'acqua con lo zucchero [mescolando continuamente con una frusta] fino a ché si trasformerà in uno sciroppo [non deve bollire]. Spegnere il fuoco e lasciar completamente raffreddare.
Filtrare l'alcol eliminando le foglie di alloro e aggiungere lo sciroppo freddo.; mescolare e versare in bottigliette. Riporre in un luogo buio. Servire freddo.
L'Alkekengi o alchechengio (Physalis alkekengi L.) è una pianta perenne che produce bacche commestibili; appartiene, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae.
Possiede molte proprietà terapeutiche tra le quali spiccano azioni contro i calcoli renali e vescicali e come forte diuretico inoltre anche come integratore di vitamina C. I calici di colore arancione acceso tendente al rosso che avvolgono le bacche di questa specie rendono la pianta adatta a fini decorativi. Le bacche sono l'unica parte commestibile della pianta. Contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c'era bisogno di un'azione diuretica marcata. [fonte wikipedia]
Beh, io non li avevo mai assaggiati questi simpaticissimi frutti arancioni, ma il sapore mi ha ricordato molto le delizie che si trovano in pasticceria! Slurp... E poi sono bellissimi da vedere e fanno sorridere per le loro foglie che sembrano ali :)
È arrivato il freddo [anche se il Paese è in un clima tutt'altro che gelido], la prima neve, il ghiaccio e il Natale è alle porte e questo dolcetto mi sembra il modo migliore per terminare il pranzo... ma è anche una dolce coccola per qualsiasi momento di relax... sono veloci e versatili, si possono caramellare, ricoprire di cioccolato fondente e granella di nocciole, si possono mangiare così come sono e si possono essicare... beh, la ricetta non c'è, basta "sfogliare" i frutti, lavarle le bacche, asciugarle delicatamente e immergerle nel cioccolato sciolto a bagnomaria, lasciarli raffredare in frigorifero per qualche minuto e mangiare... leccandosi le dita eh!? :) io li ho voluti provare con del cioccolato bianco e mi sono piaciuti da matti... e visto che in questo periodo le calorie sono all'ordine del giorno perché privarsi di questo godurioso piacere? :)
E voi come li avete preparati?
Possiede molte proprietà terapeutiche tra le quali spiccano azioni contro i calcoli renali e vescicali e come forte diuretico inoltre anche come integratore di vitamina C. I calici di colore arancione acceso tendente al rosso che avvolgono le bacche di questa specie rendono la pianta adatta a fini decorativi. Le bacche sono l'unica parte commestibile della pianta. Contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c'era bisogno di un'azione diuretica marcata. [fonte wikipedia]
Beh, io non li avevo mai assaggiati questi simpaticissimi frutti arancioni, ma il sapore mi ha ricordato molto le delizie che si trovano in pasticceria! Slurp... E poi sono bellissimi da vedere e fanno sorridere per le loro foglie che sembrano ali :)
È arrivato il freddo [anche se il Paese è in un clima tutt'altro che gelido], la prima neve, il ghiaccio e il Natale è alle porte e questo dolcetto mi sembra il modo migliore per terminare il pranzo... ma è anche una dolce coccola per qualsiasi momento di relax... sono veloci e versatili, si possono caramellare, ricoprire di cioccolato fondente e granella di nocciole, si possono mangiare così come sono e si possono essicare... beh, la ricetta non c'è, basta "sfogliare" i frutti, lavarle le bacche, asciugarle delicatamente e immergerle nel cioccolato sciolto a bagnomaria, lasciarli raffredare in frigorifero per qualche minuto e mangiare... leccandosi le dita eh!? :) io li ho voluti provare con del cioccolato bianco e mi sono piaciuti da matti... e visto che in questo periodo le calorie sono all'ordine del giorno perché privarsi di questo godurioso piacere? :)
E voi come li avete preparati?
Beh, potevo non prepararle? Già quando Sigrid le aveva postate molto tempo fa le avevo addocchiate ma mai provate [e col tempo pure dimenticate]... finché sfogliando "il libro del cavolo" me le ritrovo davanti agli occhi... e zac!?!? ri-colpo di fulmine! A dire la verità dalla gioia di aver ritrovato una ricetta le ho fatte subito ma, essendo io una testona impulsiva, mi sono trovata con le mani in pasta ma ovviamente non avevo in casa nè la farina Manitoba nè il lievito fresco ed era troppo tardi per andarli in giro a cercare...beh il risultato è stato un po' come dire, secco! eh eh :)
Così, il sabato sono corsa a comprare gli ingredienti mancanti [ma soprattutto necessari!] e ce li siamo pappati tutti a pranzo! :) Beh, ogni tanto ci sta no?
Sono davvero semplicissime da fare e cosa fondamentale dentro ci sta bene qualsiasi cosa! :)
Io li ho fatto con caprino - salame piccante / provolone affimuncato - acciughe / caprino - crudo - carciofi... davvero versatili e infinitamente buoni!
Per le dosi e la preparazione vi rimando direttamente alla sua ricetta originale, tenendo conto che nel libro le Girelle sono di dimensioni molto più piccole... proprio formato salatino! :) E si ottengono formando delle strisce di pasta ripiene, arrotolate per il lato lungo e poi tagliate a rondelline. :)
Marchino... giur giuretto che prima di capodanno ti preparo un aperitivo con i fiocchi ma soprattutto con tanti salatini! :)
Così, il sabato sono corsa a comprare gli ingredienti mancanti [ma soprattutto necessari!] e ce li siamo pappati tutti a pranzo! :) Beh, ogni tanto ci sta no?
Sono davvero semplicissime da fare e cosa fondamentale dentro ci sta bene qualsiasi cosa! :)
Io li ho fatto con caprino - salame piccante / provolone affimuncato - acciughe / caprino - crudo - carciofi... davvero versatili e infinitamente buoni!
Per le dosi e la preparazione vi rimando direttamente alla sua ricetta originale, tenendo conto che nel libro le Girelle sono di dimensioni molto più piccole... proprio formato salatino! :) E si ottengono formando delle strisce di pasta ripiene, arrotolate per il lato lungo e poi tagliate a rondelline. :)
Marchino... giur giuretto che prima di capodanno ti preparo un aperitivo con i fiocchi ma soprattutto con tanti salatini! :)
Amo le patate in tutti e per tutto, ma mica ci avevo mai pensato di usarli come ripieno a dei ravioli eh! Assurdo vero? Chissà per quale motivo spesso le cose più semplici sono quelle che più riescono a stupirti... mah! :) Meglio così no? Insomma la semplicità è tutto e spesso in cucina si cerca di colpire con abbinamenti curiosi, insoliti, stravaganti al punto di non capirci più nulla... ma poi quando ti trovi in un piatto dei ravioli come questi resti davvero a bocca aperta e capisci che l'ingrediente che ti da più soddisfazione è quello che hai in casa, quello che a volte ignori e quello per cui non devi girare mezzo mondo per scovarlo... inutile dire che anche questa ricetta l'ho presa dalla "Cucina del Corriere" :) sono fissata, lo so!
Se dovessero avanzarvi [oppure le dosi sono per troppe persone] basta congelarli e al momento opportuno buttarli direttamente in acqua bollente.
Ingredienti per 8 persone:
400 g di patate
350 g di farina
100 g di spinaci
80 g di ricotta
80 g di parmigiano
3 uova + 1 tuorlo
noce moscata
olio evo
sale
Lessare le patate. Pelarle e passarle allo schiacciapatate.
In una ciotola unire le patate, la ricotta, metà del parmigiano, la noce moscata, il sale, 1 tuorlo e lavorare con una forchetta.
Nel frattempo lavare le foglioline di spinaci e scottarle per 3 minuti in acqua bollente. Scolarli e tritarli finemente con la mezzaluna.
Preparare la sfoglia chiara impastando a mano metà della farina con due uova e lavorando la pasta finché non risulta morbida ed elastica.
Allo stesso modo preparare la sfoglia verde impastando la farina restante insieme agli spinaci tritati e l'uovo.
Stendere con il mattarello le due sfoglie separate [in genere io faccio dei pezzetti stretti e lunghi e poi copro con altra pasta]. Distribuire su ogni sfoglia dei mucchietti di ripieno, coprire con dell'altra sfoglia e con uno stampino fare dei cerchi. Stesso discorso per la sfoglia verde.
Cuocere i tortelli in acqua bollente salata. Servire con un filo d'olio e del parmigiano.
Se dovessero avanzarvi [oppure le dosi sono per troppe persone] basta congelarli e al momento opportuno buttarli direttamente in acqua bollente.
Ingredienti per 8 persone:
400 g di patate
350 g di farina
100 g di spinaci
80 g di ricotta
80 g di parmigiano
3 uova + 1 tuorlo
noce moscata
olio evo
sale
Lessare le patate. Pelarle e passarle allo schiacciapatate.
In una ciotola unire le patate, la ricotta, metà del parmigiano, la noce moscata, il sale, 1 tuorlo e lavorare con una forchetta.
Nel frattempo lavare le foglioline di spinaci e scottarle per 3 minuti in acqua bollente. Scolarli e tritarli finemente con la mezzaluna.
Preparare la sfoglia chiara impastando a mano metà della farina con due uova e lavorando la pasta finché non risulta morbida ed elastica.
Allo stesso modo preparare la sfoglia verde impastando la farina restante insieme agli spinaci tritati e l'uovo.
Stendere con il mattarello le due sfoglie separate [in genere io faccio dei pezzetti stretti e lunghi e poi copro con altra pasta]. Distribuire su ogni sfoglia dei mucchietti di ripieno, coprire con dell'altra sfoglia e con uno stampino fare dei cerchi. Stesso discorso per la sfoglia verde.
Cuocere i tortelli in acqua bollente salata. Servire con un filo d'olio e del parmigiano.
Questa ricetta è tratta da un vecchio numero di Sale&Pepe. Mi ha attirato l'abbinamento prosciutto/sogliola e l'idea di farci degli involtini… è sempre un modo carino, simpatico e goloso per mangiar il pesce e potrebbe ingolosire anche ai bambini più svogliati :)
Tempo fa ne avevo provata un'altra versione fatta con cipollotti e basilico, buona anche quella, ma più delicata e quindi meno saporita… però gusti son gusti e prima o poi posterò anche quella!
Ultimamente sono presa con tante cose [tra cui l'impaginazione di questa raccolta a scopo benefico (di cui sono orgogliosissima)] e questo week end è volato velocemente tra fornelli, l'arrivo del secondo nipotino acquisito, cena e fiera dell'Artigianato… menomale che c'è il ponte e che domani è ancora Festa :)
Ingredienti per 4:
4 filetti di sogliola
4 fette di prosciutto crudo stagionato
3 figlie di alloro
4 rametti di rosmarino
1 cipolla bianca
burro q.b.
amido di mais 1/2 cucchiaino
prezzemolo
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio evo
sale, pepe
Tagliare i filetti di sogliola e le fette di prosciutto a metà per il lato lungo, e riporre sopra il prosciutto un filetto di sogliola, salare, pepare, richiudere a involtino (non fermare con nessun stecchino, resteranno chiusi senza bisogno di nulla), appoggiare sopra un rametto di rosmarino e disporre in una pirofila rivestita con carta forno. Proseguire così con gli altri filetti. Completare con qualche ricciolo di burro e infornare a 200° per 10 minuti o finché il prosciutto non risulta croccante.
Tritare l'alloro, la cipolla, il prezzemolo e far rosolare in due cucchiai di olio per 5 minuti circa; aggiungerci 1/2 bicchiere di vino bianco in cui si è fatto sciogliere mezzo cucchiaino di amido di mais. Far addensare a fuoco medio per un paio di minuti.
Servire gli involtini con la salina preparata.
Tempo fa ne avevo provata un'altra versione fatta con cipollotti e basilico, buona anche quella, ma più delicata e quindi meno saporita… però gusti son gusti e prima o poi posterò anche quella!
Ultimamente sono presa con tante cose [tra cui l'impaginazione di questa raccolta a scopo benefico (di cui sono orgogliosissima)] e questo week end è volato velocemente tra fornelli, l'arrivo del secondo nipotino acquisito, cena e fiera dell'Artigianato… menomale che c'è il ponte e che domani è ancora Festa :)
Ingredienti per 4:
4 filetti di sogliola
4 fette di prosciutto crudo stagionato
3 figlie di alloro
4 rametti di rosmarino
1 cipolla bianca
burro q.b.
amido di mais 1/2 cucchiaino
prezzemolo
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio evo
sale, pepe
Tagliare i filetti di sogliola e le fette di prosciutto a metà per il lato lungo, e riporre sopra il prosciutto un filetto di sogliola, salare, pepare, richiudere a involtino (non fermare con nessun stecchino, resteranno chiusi senza bisogno di nulla), appoggiare sopra un rametto di rosmarino e disporre in una pirofila rivestita con carta forno. Proseguire così con gli altri filetti. Completare con qualche ricciolo di burro e infornare a 200° per 10 minuti o finché il prosciutto non risulta croccante.
Tritare l'alloro, la cipolla, il prezzemolo e far rosolare in due cucchiai di olio per 5 minuti circa; aggiungerci 1/2 bicchiere di vino bianco in cui si è fatto sciogliere mezzo cucchiaino di amido di mais. Far addensare a fuoco medio per un paio di minuti.
Servire gli involtini con la salina preparata.
Si sa, dicembre è un mese magico, ma per essere più materiali è il mese delle feste, delle ferie, dei ragali e dei calendari... e quindi eccovi il mio! :)
L'ho preparato con le foto usate durante l'anno per le ricette del blog, in ordine pressoché [quasi] casuale! :)
Spero che vi possa essere uitile /piacere / servire a qualcosa insomma...
Qui lo trovate in formato A4 [21x29.7 cm] e in bassa risoluzione, mentre qui ne trovate uno in alta risoluzione [ideale per la stampa, compresi di segni di taglio e abbondanze]. Se quello per la stampa decidete di stamparlo su carta da almeno 180 gr e gli aggiungete una spiralina in alluminio [ed il foro per appenderlo] fa la sua porca figura eh... ne so qualcosa :) E potrebbe essere anche un regalo carino... no?
Vabbè... vedete voi cosa farne! :)
Consideratelo come un mio "pensierino" per Natale... Spero che vi piaccia! :)
L'ho preparato con le foto usate durante l'anno per le ricette del blog, in ordine pressoché [quasi] casuale! :)
Spero che vi possa essere uitile /piacere / servire a qualcosa insomma...
Qui lo trovate in formato A4 [21x29.7 cm] e in bassa risoluzione, mentre qui ne trovate uno in alta risoluzione [ideale per la stampa, compresi di segni di taglio e abbondanze]. Se quello per la stampa decidete di stamparlo su carta da almeno 180 gr e gli aggiungete una spiralina in alluminio [ed il foro per appenderlo] fa la sua porca figura eh... ne so qualcosa :) E potrebbe essere anche un regalo carino... no?
Vabbè... vedete voi cosa farne! :)
Consideratelo come un mio "pensierino" per Natale... Spero che vi piaccia! :)
O cavolo, è passata quasi una settimana dal'ultimo post! In effetti, adesso che ci penso, non ho avuto un minuto libero nei giorni scorsi... sigh :(
Però, sabato c'ero anche io allo spazio Gancia a Milano e soprattutto ho anche io il "libro del cavolo" con dedica personale... si, si... sono fiera, anzi, fierissima! :) anche per il fatto che la cavoletta si ricordava la mia faccia... ecco, anche questo è bello no?
Parlare con Sigrid è sempre interessante e la cosa più straordinaria è che è sempre sorridente nonostante la stanchezza dei mille impegni della giornata! :)
È stato davvero carino incontrare gente nuova e parlare di cucina, di tagliatelle e di formaggi come se fosse l'argomento più normale del mondo ! :)
Sono però rimasta folgorata dalla famosissima particella 34... ho deciso: a Natale me ne regalo una bottiglia ecco... il rischio è quello di bermelo tutto... eh eh :))
Questa è una ricetta non ricetta, ossia, una preparazione talmente semplice, veloce e senza sporcare praticemnte niente che va benissimo anche quando avete ospiti inattesi (ve l'ho detto vero che ho poco tempo?!? E si vede anche dalla foto, c'è una svista quale? :)
Prendere una pera, sbucciarla, tagliarla a cubettini più o meno regolari.
In un pentolino versare un cucchiaio di miele e lasciarlo leggermente caramellare. Aggiungerci anche le pere e farle ammorbidire per 5 minuti a fiamma bassissima.
A parte, tagliare lo zola a dadini regolari. [io ho usato lo zola piccante, ma per i miei gusti avrei preferito quello dolce]. Comporre gli spiedini così: pera, zola, pera, pepe nero e sale nero. Servire.
Però, sabato c'ero anche io allo spazio Gancia a Milano e soprattutto ho anche io il "libro del cavolo" con dedica personale... si, si... sono fiera, anzi, fierissima! :) anche per il fatto che la cavoletta si ricordava la mia faccia... ecco, anche questo è bello no?
Parlare con Sigrid è sempre interessante e la cosa più straordinaria è che è sempre sorridente nonostante la stanchezza dei mille impegni della giornata! :)
È stato davvero carino incontrare gente nuova e parlare di cucina, di tagliatelle e di formaggi come se fosse l'argomento più normale del mondo ! :)
Sono però rimasta folgorata dalla famosissima particella 34... ho deciso: a Natale me ne regalo una bottiglia ecco... il rischio è quello di bermelo tutto... eh eh :))
Questa è una ricetta non ricetta, ossia, una preparazione talmente semplice, veloce e senza sporcare praticemnte niente che va benissimo anche quando avete ospiti inattesi (ve l'ho detto vero che ho poco tempo?!? E si vede anche dalla foto, c'è una svista quale? :)
Prendere una pera, sbucciarla, tagliarla a cubettini più o meno regolari.
In un pentolino versare un cucchiaio di miele e lasciarlo leggermente caramellare. Aggiungerci anche le pere e farle ammorbidire per 5 minuti a fiamma bassissima.
A parte, tagliare lo zola a dadini regolari. [io ho usato lo zola piccante, ma per i miei gusti avrei preferito quello dolce]. Comporre gli spiedini così: pera, zola, pera, pepe nero e sale nero. Servire.
Dopo un week end passato tra pizza e November Pork, ci voleva proprio qualcosa di dolce e di
croccante per iniziare la settimana... uff, il lunedì è davvero sempre traumatico! Sigh :(
Questa è una delle poche torte che mi è uscita al primo colpo e cosa fondamentale, non si è afflosciata all'uscita dal forno! :)
È un'altra ricetta tratta dalla "cucina del Corriere della Sera" in questi giorni in edicola... so che penserete che sono diventata dipendente da questa rivista ed ammetto che è proprio così... che ci devo fare? :))
Ultimamente ho poco tempo per sperimentare e studiare abbinamenti nuovi, quindi mi fido di chi questo lavoraccio l'ha già sperimentato! Comodo e senza rischi! eh eh :)
Ingredienti:
380 g di farina
120 g di cioccolato fondente
100 g di nocciole
80 g di burro
100 g di zucchero
20 g di cacao amaro
2 uova
1 bustina di lievito
2 dl di latte
sale
Nel frullatore tritare le nocciole fino a ridurle in granella. Tritare il cioccolato con un coltello affilato e unirlo alle nocciole. Mescolare e tenerne da parte un paio di cucchiai.
In una ciotolona mescolare il cacao, la farina, lo zucchero, il sale (una presa), il latte, le uova, il lievito e la granella preparata in precedenza.
Lavorare bene per amalgamare tutti gli ingredienti unendo pian piano il burro finché l'impasto si staccherà dalla ciotola.
Rivestire uno stampo circolare con carta da forno, versarci l'impasto, livellare e infornare a 180/190° per 20 minuti; trascorso questo tempo, aprire il forno e cospargere la superficie con la granella rimasta. Proseguire la cottura per altri 10/15 minuti o finché inserendo uno stuzzicadenti ne uscirà asciutto e non umido.
croccante per iniziare la settimana... uff, il lunedì è davvero sempre traumatico! Sigh :(
Questa è una delle poche torte che mi è uscita al primo colpo e cosa fondamentale, non si è afflosciata all'uscita dal forno! :)
È un'altra ricetta tratta dalla "cucina del Corriere della Sera" in questi giorni in edicola... so che penserete che sono diventata dipendente da questa rivista ed ammetto che è proprio così... che ci devo fare? :))
Ultimamente ho poco tempo per sperimentare e studiare abbinamenti nuovi, quindi mi fido di chi questo lavoraccio l'ha già sperimentato! Comodo e senza rischi! eh eh :)
Ingredienti:
380 g di farina
120 g di cioccolato fondente
100 g di nocciole
80 g di burro
100 g di zucchero
20 g di cacao amaro
2 uova
1 bustina di lievito
2 dl di latte
sale
Nel frullatore tritare le nocciole fino a ridurle in granella. Tritare il cioccolato con un coltello affilato e unirlo alle nocciole. Mescolare e tenerne da parte un paio di cucchiai.
In una ciotolona mescolare il cacao, la farina, lo zucchero, il sale (una presa), il latte, le uova, il lievito e la granella preparata in precedenza.
Lavorare bene per amalgamare tutti gli ingredienti unendo pian piano il burro finché l'impasto si staccherà dalla ciotola.
Rivestire uno stampo circolare con carta da forno, versarci l'impasto, livellare e infornare a 180/190° per 20 minuti; trascorso questo tempo, aprire il forno e cospargere la superficie con la granella rimasta. Proseguire la cottura per altri 10/15 minuti o finché inserendo uno stuzzicadenti ne uscirà asciutto e non umido.
Prima ricetta della settimana, nonostante siamo già a giovedì… che bello eh! Il week end si avvicina così come si avvicina il "November Pork", una sagra che io adoro e dove, per il terzo anno consecutivo, non mancherò... e quest'anno ci sarà anche lei! :)
Questa è un'altra ricetta presa dalla "cucina del corriere della sera"… si si, questa rivista mi piace da matti… non c'è una e dico una ricetta che non vorrei provare! :)
La verza è una dei quelle verdure che ho scoperto due/tre d'anni fa… non so perché i gusti cambiano senza accorgersene, ma prima di allora l'avevo assaggiata poche volte e non mi aveva mai soddisfatta; probabilmente perché l'ho sempre considerata un cibo da "vecchi", visto che la maggior parte delle volte la preparavano le nonne e poi perché quando la si cuoceva emanava quell'odore che io abbinavo [non chiedetemi perché!?] ai cavoli [che anche quelli allora proprio non sopportavo]… così come alla fine non riuscivo ad apprezzare la verdura invernale, troppo verde, troppo amara, troppo decisa nel sapore… ma ora le cose sono cambiate e la verza [così come tutta la frutta e verdura] mi piace un sacco! :)
Ingredienti per 2:
300 g di verza
100 g di riso
100 g di carne trita
50 g di parmigiano grattugiato
burro
1 uovo
noce moscata
sale q.b.
Lessare il riso in acqua salata, scolarlo e passarlo sotto l'acqua fredda. Lasciarlo sgocciolare per bene.
Prendere delle belle foglie grandi di verza, lavarle, sbollentarle in acqua salata e tamponarle con un panno per asciugarle il più possibile.
In una terrina mescolare il riso, la carne trita precedentemente fatta cuocere velocemente in padella con una noce di burro, l'uovo, il parmigiano [avendo cura di avanzarne almeno un cucchiaio], la noce moscata ed il sale.
Riporre il ripieno nelle foglie di verza, ripiegarne i lati verso il basso [come a formare degli involtini] per evitare la fuoriuscita del ripieno e riporli in una pirofila imburrata. Cospargere la superficie con il parmigiano rimasto, qualche noce di burro e infornare a 180° per 15 minuti circa.
Questa è un'altra ricetta presa dalla "cucina del corriere della sera"… si si, questa rivista mi piace da matti… non c'è una e dico una ricetta che non vorrei provare! :)
La verza è una dei quelle verdure che ho scoperto due/tre d'anni fa… non so perché i gusti cambiano senza accorgersene, ma prima di allora l'avevo assaggiata poche volte e non mi aveva mai soddisfatta; probabilmente perché l'ho sempre considerata un cibo da "vecchi", visto che la maggior parte delle volte la preparavano le nonne e poi perché quando la si cuoceva emanava quell'odore che io abbinavo [non chiedetemi perché!?] ai cavoli [che anche quelli allora proprio non sopportavo]… così come alla fine non riuscivo ad apprezzare la verdura invernale, troppo verde, troppo amara, troppo decisa nel sapore… ma ora le cose sono cambiate e la verza [così come tutta la frutta e verdura] mi piace un sacco! :)
Ingredienti per 2:
300 g di verza
100 g di riso
100 g di carne trita
50 g di parmigiano grattugiato
burro
1 uovo
noce moscata
sale q.b.
Lessare il riso in acqua salata, scolarlo e passarlo sotto l'acqua fredda. Lasciarlo sgocciolare per bene.
Prendere delle belle foglie grandi di verza, lavarle, sbollentarle in acqua salata e tamponarle con un panno per asciugarle il più possibile.
In una terrina mescolare il riso, la carne trita precedentemente fatta cuocere velocemente in padella con una noce di burro, l'uovo, il parmigiano [avendo cura di avanzarne almeno un cucchiaio], la noce moscata ed il sale.
Riporre il ripieno nelle foglie di verza, ripiegarne i lati verso il basso [come a formare degli involtini] per evitare la fuoriuscita del ripieno e riporli in una pirofila imburrata. Cospargere la superficie con il parmigiano rimasto, qualche noce di burro e infornare a 180° per 15 minuti circa.
Ed eccomi qua... ma con la testa ancora a Parigi, mi sembra ancora di annusarne i profumi, di vederne i colori e di sentire quella dolcissima lingua! :) Con la quale però comunicavamo a gesti... sigh! ,)
Abbiamo macinato una quantità industriale di chilometri... le gambe al secondo giorno erano praticamente di legno... non si muovevano più! Il primo giorno ci siamo sparati una passeggiata dalla Bastiglia alla Tour Eiffel... passando per il Pompidour, entrando alla Gare d'Orsay, attraversando continuamente la rive gauche e la droite... poi dal secondo giorno abbiamo optato per la soluzione migliore: la metropolitana. Caspita non è che Parigi sia poi così lontana da noi, ma è completamente differente il modo in cui è servita, organizzata e gestita la città!
Senza contare che la metropolitana con le sue 14 linee ti porta veramente ovunque! Se penso alla metro di Milano mi deprimo... qui i tempi di attesa per un treno sotterraneo non credo superasse il minuto! :)
Che meravigliosa città... i palazzi eleganti, puliti e chic, i bistrot ed i ristoranti caldi, accoglienti, con quel gusto retrò che io amo alla follia, le luci basse, pieni di gente che socializza, che lavora, che legge... se dovessi entrare in un bar delle mie parti e presentarmi con un libro sono quasi certa che mi guarderebbero storto... (1 perché consumi una cosa e te ne stai li, al calduccio tutto il giorno - 2 perché non c'è proprio la concezione della lettura fuori casa - 3 perché una donna al bar è presa di mira da battutine e frecciatine stupide....sigh).
Siamo stati qui, qui e qui come anticipato... la verità è che da Angelina non è che poi mi sia trovata così bene [al di la dei prezzi esagerati circa 30 euro per una colazione! :(... secondo me davvero troppo!], ma quando ci siamo seduti ed abbiamo ordinato, c'era un coltello sporco, allora la cameriera l'ha preso e con una spugnetta l'ha pulito e ce l'ha ridato... cioè, non è per essere pignola, ma con quello che costa una petit dejeuner mi sarei aspettata almeno che il coltello me lo cambiasse... va beh... esperienza! :)
Poi sono andata da Pierre Hermé, fichissimo... ma c'era la coda anche fuori dal negozio... però ne è valsa la pena! :)
E tornado da Montmartre senza saperlo sono finita nel negozio di frutta/verdura/spezie dove hanno girato Amelie... che ridere... [l'ho già detto che quel film o adoro!?!]
Mangiato tante zuppe [che però non ho capito se sono davvero della casa o sono quelle già pronte, ma che comunque erano davvero buonissime e sazianti], crepes, baguette, grillades de viande aux pommes de terre frites, moutarde, ragoût de boeuf aux carottes, una colazine americana con pancakes, salsicce e uova... anche se [ora non ridete vi prego] l'ultima sera ci siamo ficcati dentro un ristorante italiano [ed ammetto anche che era buonissimo]... buonissima la cucina francese eh, ma un bel piattone di pasta mi mancava proprio! :)
Va beh, adesso qualche cartolina vi va di guardarla? :)
È partito il conto alla rovescia per prendere il treno mercoledì che ci porterà a Parigi, viaggio di notte in vagone letto doppio, romantico, retro' e slow… bello no? Parigi non l'ho mai vista, alle superiori la odiavo e mi ero promessa che mai ci sarei andata per via della lingua e della mia media del 4 e mezzo… :) Ma poi le cose cambiano, per fortuna, così come cambiano le passioni… quale miglior posto potrei scegliere per abbinare la passione della cucina e della fotografia? Insomma lì vanno a braccetto! :)
Speriamo solo che il tempo sia clemente e di riuscire a vedere almeno la metà delle cose che ci siamo segnati… anche perché un po' di tempo lo vogliamo ritagliare per farci un giro ai mercatini della città e andare a fare un salto qui, qui e qui… :)
Ma a parte questo… cercherò di restare ancor un po' con i piedi per terra…. in fondo devo ancora descrivervi questa ricetta vero?
Ho pensato di preparare questi due stinchi di maiale con patate e castagne [ho preso ispirazine da "la cucina del Corriere della Sera"... questa rivista mi fa impazzire] … il segreto per una cottura rapida sta nel farsi dividere in due ogni stinco, i tempi di cottura si dimezzano e la carne rimane più saporita e asciutta.
Ingredienti:
2 stinchi di maiale
400 g di patate
10/15 castagne
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio evo
sale, pepe
erbe aromatiche
Massaggiare la carne con il sale e l'olio. Disporre i pezzi in una teglia che possa andare sia sul fuoco che in forno e rosolarli a fiamma moderata per 10/15 minuti. Unirvi le erbe aromatiche [salvia, rosmarino, timo, alloro] e sfumare con il vino bianco, continuare la cottura per 5 minuti ed infornare a 180° per 1 ora circa, avendo cura di girare i pezzi di tanto in tanto.
Nel frattempo, sbucciare le castagne, eliminare il grosso della pelliccina che le riveste e tuffarle in acqua bollente per 10 minuti [a questo punto, una volta tiepide, le pellicine verranno via facilmente]; poi aggiungerle allo stinco.
In un'altra pentola d'acqua bollente salata, tuffarvi le patate sbucciate e tagliate a spicchi e lasciarle lessare per 4 minuti, scolarle e riporle nella teglia dello stinco oppure in una padella unta d'olio e farle rosolare fino a terminare la cottura. Servire.
Speriamo solo che il tempo sia clemente e di riuscire a vedere almeno la metà delle cose che ci siamo segnati… anche perché un po' di tempo lo vogliamo ritagliare per farci un giro ai mercatini della città e andare a fare un salto qui, qui e qui… :)
Ma a parte questo… cercherò di restare ancor un po' con i piedi per terra…. in fondo devo ancora descrivervi questa ricetta vero?
Ho pensato di preparare questi due stinchi di maiale con patate e castagne [ho preso ispirazine da "la cucina del Corriere della Sera"... questa rivista mi fa impazzire] … il segreto per una cottura rapida sta nel farsi dividere in due ogni stinco, i tempi di cottura si dimezzano e la carne rimane più saporita e asciutta.
Ingredienti:
2 stinchi di maiale
400 g di patate
10/15 castagne
1/2 bicchiere di vino bianco secco
olio evo
sale, pepe
erbe aromatiche
Massaggiare la carne con il sale e l'olio. Disporre i pezzi in una teglia che possa andare sia sul fuoco che in forno e rosolarli a fiamma moderata per 10/15 minuti. Unirvi le erbe aromatiche [salvia, rosmarino, timo, alloro] e sfumare con il vino bianco, continuare la cottura per 5 minuti ed infornare a 180° per 1 ora circa, avendo cura di girare i pezzi di tanto in tanto.
Nel frattempo, sbucciare le castagne, eliminare il grosso della pelliccina che le riveste e tuffarle in acqua bollente per 10 minuti [a questo punto, una volta tiepide, le pellicine verranno via facilmente]; poi aggiungerle allo stinco.
In un'altra pentola d'acqua bollente salata, tuffarvi le patate sbucciate e tagliate a spicchi e lasciarle lessare per 4 minuti, scolarle e riporle nella teglia dello stinco oppure in una padella unta d'olio e farle rosolare fino a terminare la cottura. Servire.
29 candeline da spegnere… che emozione!
Il compleanno è sempre bello, ma intravedere la soglia dei trenta fa un po' impressione, un po' paura, un po' curiosità.. insomma tante emozioni!
Questo è l'ultimo anno degli enti e poi si passa ai enta… eh eh! :))
E voglio godermelo alla grande! :]
Ma al di la di questo, vorrei parlarvi di questi bicchierini; la ricetta l'ho presa da questo libretto qui edito da Biblioteca Culinaria, ho sostituito gli amaretti classici con quelli al cacao [quelli cremaschi], ho aggiunto il dulce de leche [che era finito in un angolino, lì in fondo al frigo e che urlava "finiscimi, ti prego"] e ho dimezzato le dosi visto che era un dolcetto intimo, da due… all'inizio non mi piaceva l'idea di vedere i pezzettini di biscotto sul fondo [mi dava l'idea dei rimasugli che restano sul fondo della tazza a colazione…eh eh] ma poi, mangiandolo tutto cambia… ci stanno proprio alla grande!
Ingredienti:
250 ml di panna liquida
50 g di amaretti al cacao Gallina
1 caffè ristretto poco zuccherato
1 goccio di rum
4 g di gelatina in fogli
1 cucchiaio per vasetto di dulce de leche
Ammorbidire la gelatina in acqua fredda per 10 minuti.
Tritare gli amaretti piuttosto sottilmente [mettendo gli amaretti in un sacchetto di plastica e passandoci sopra con il matterello o il batticarne, oppure usare il mixer] e versarli in un tegame insieme con la panna ed il caffè.
Mescolare spesso fino al primo accenno di bollore.
Togliere dal fuoco e aggiungerci la gelatina. Mescolare bene finché sarà completamente sciolta; a questo punto aggiungerci un goccio di rum. Lasciar intiepidire mescolando spesso per evitare la formazione della pellicola in superficie.
Versare nei bicchierini e riporre in frigorifero, coperti con pellicola trasparente, per almeno 2 ore. Servire accompagnata con degli amaretti.
Il compleanno è sempre bello, ma intravedere la soglia dei trenta fa un po' impressione, un po' paura, un po' curiosità.. insomma tante emozioni!
Questo è l'ultimo anno degli enti e poi si passa ai enta… eh eh! :))
E voglio godermelo alla grande! :]
Ma al di la di questo, vorrei parlarvi di questi bicchierini; la ricetta l'ho presa da questo libretto qui edito da Biblioteca Culinaria, ho sostituito gli amaretti classici con quelli al cacao [quelli cremaschi], ho aggiunto il dulce de leche [che era finito in un angolino, lì in fondo al frigo e che urlava "finiscimi, ti prego"] e ho dimezzato le dosi visto che era un dolcetto intimo, da due… all'inizio non mi piaceva l'idea di vedere i pezzettini di biscotto sul fondo [mi dava l'idea dei rimasugli che restano sul fondo della tazza a colazione…eh eh] ma poi, mangiandolo tutto cambia… ci stanno proprio alla grande!
Ingredienti:
250 ml di panna liquida
50 g di amaretti al cacao Gallina
1 caffè ristretto poco zuccherato
1 goccio di rum
4 g di gelatina in fogli
1 cucchiaio per vasetto di dulce de leche
Ammorbidire la gelatina in acqua fredda per 10 minuti.
Tritare gli amaretti piuttosto sottilmente [mettendo gli amaretti in un sacchetto di plastica e passandoci sopra con il matterello o il batticarne, oppure usare il mixer] e versarli in un tegame insieme con la panna ed il caffè.
Mescolare spesso fino al primo accenno di bollore.
Togliere dal fuoco e aggiungerci la gelatina. Mescolare bene finché sarà completamente sciolta; a questo punto aggiungerci un goccio di rum. Lasciar intiepidire mescolando spesso per evitare la formazione della pellicola in superficie.
Versare nei bicchierini e riporre in frigorifero, coperti con pellicola trasparente, per almeno 2 ore. Servire accompagnata con degli amaretti.
Era da parecchio tempo che volevo vedere questo film, l'avevo puntato sin da quando lei ne aveva fatto la recensione sul suo blog! E da lì è stato un conto alla rovescia! :))
Alla fine lo scorso week end sono riuscita ad andarci al cinema, ero esaltata tanto quanto una bambina alle giostre :))
Beh, che dire? È bello essere una food blogger e andare a vedere un film il cui argomento principale gira tutto intorno a questo mondo! Oltre al fatto che in qualche modo anche il gatto è perfetto in una food blogger home! eh eh
... La folle decisione di aprire il blog, la lunga attesa del primo commento, la gioia di vedere quell'1 sotto il post... fantastico! :P E poi i regali che arrivano a casa, la sveglia per vedere se l'impasto lievita nel modo corretto, la continua voglia di sperimentare, il non resistere davanti ad un libro di ricette o a delle spezie, il rendersi conto che ormai leggo pratiamente solo libri di cunia! ih ih ... ecco... mi sono sentita un po' protagonista! :))
Una fantastica e affascinante Meryl Streep, con il suo "bon appetit".... mmmm delizioso! :))
Due ore di film e non accorgersene!
Immagino di non essere stata l'unica impaziente di vederelo vero? :))
Beh, che dire? È bello essere una food blogger e andare a vedere un film il cui argomento principale gira tutto intorno a questo mondo! Oltre al fatto che in qualche modo anche il gatto è perfetto in una food blogger home! eh eh
... La folle decisione di aprire il blog, la lunga attesa del primo commento, la gioia di vedere quell'1 sotto il post... fantastico! :P E poi i regali che arrivano a casa, la sveglia per vedere se l'impasto lievita nel modo corretto, la continua voglia di sperimentare, il non resistere davanti ad un libro di ricette o a delle spezie, il rendersi conto che ormai leggo pratiamente solo libri di cunia! ih ih ... ecco... mi sono sentita un po' protagonista! :))
Una fantastica e affascinante Meryl Streep, con il suo "bon appetit".... mmmm delizioso! :))
Due ore di film e non accorgersene!
Immagino di non essere stata l'unica impaziente di vederelo vero? :))
Due settimane fa mi sono vista recapitare a casa un grande pacco... apro e con stupore trovo ben sei panettoni Loison. Li aspettavo, certo, ma non me ne aspettavo cosi tanti! Mi sono quasi commossa sapete?? :]
Li ho messi nella parte più alta (e in vista) della cucina, al riparo dal gatto, che è goloso sì, ma soprattutto ingordo! eh eh!
Chi è Loison?
Loison Pasticceri è un'azienda artigianale del vicentino, che dal 1938 produce prodotti da forno di altissima qualità e con l'amorevole attenzione nella scelta delle materie prime.
Gli ingredienti, rigorosamente senza OGM, sono esclusivamente italiani come le scorze d'arancia candite della Sicilia, il Cedro Diamante della Calabria, il piastacchio di Bronte, le mandorle di Avola, le nocciole delle Langhe e il Chinotto di Savona. Italiani anche lo zucchero, il miele e le uova da allevamento a terra.
Unica eccezione straniera è la vaniglia naturale Mananara del Madagascar.
I Panettoni sono prodotti inoltre, con lievito madre naturale a bassa acidità con una lievitazione particolarmente lenta (fino a 72 ore) per garantire un prodotto non trattato e di altissimo livello.
Proprio la vaniglia naturale Mananara, assieme al Cedro Diamante di Calabria candito, al Pistacchio di Bronte e al Chinotto di Savona sono Presidi Slow Food, soggetti cioè alla salvaguardia ed alla tutela da parte dell’omonima associazione. Attraverso la collaborazione con Slow Food, Loison conferma la propria scelta di adottare solo materie prime di altissima qualità e di valorizzare le produzioni tipiche e la biodiversità. Tale impegno è inoltre coerente con la politica dell’Azienda orientata al commercio etico, nel rispetto dei diritti dei coltivatori in termini di condizioni di lavoro e giusto prezzo.
In poco più di mezzo secolo il piccolo laboratorio si è trasformato in un'affermata azienda la cui produzione è richiesta in tutto il mondo. Oggi oltre trenta Paesi nel mondo apprezzano e richiedono il marchio Loison.
Ed infne, parliamo del packaging?
È veramente curato in ogni minimo dettaglio, le confezioni sono elegantissime, raffinate, ricche di dettagli. Io sono rimasta a bocca aperta, perché, vedere il pack su un sito internet non è la stessa cosa che averle fra le mani. Incantano!
Sul sito web, inoltre, è presente una sezione con alcune ricette interesanti con consigli su come gustare al meglio il panettone sia in versione dolce che salata.
Questi sono i prodotti che mi sono vista recapitare a casa:
- panettone Classico
- panettone al Chinotto
- panettone all'Amarena
- panettone al Prosecco
- panettone al Mandarino
- panettone ai Fichi
Grazie Loison! :)
Qui sotto una composizione fotografica fatta da me.
Li ho messi nella parte più alta (e in vista) della cucina, al riparo dal gatto, che è goloso sì, ma soprattutto ingordo! eh eh!
Chi è Loison?
Loison Pasticceri è un'azienda artigianale del vicentino, che dal 1938 produce prodotti da forno di altissima qualità e con l'amorevole attenzione nella scelta delle materie prime.
Gli ingredienti, rigorosamente senza OGM, sono esclusivamente italiani come le scorze d'arancia candite della Sicilia, il Cedro Diamante della Calabria, il piastacchio di Bronte, le mandorle di Avola, le nocciole delle Langhe e il Chinotto di Savona. Italiani anche lo zucchero, il miele e le uova da allevamento a terra.
Unica eccezione straniera è la vaniglia naturale Mananara del Madagascar.
I Panettoni sono prodotti inoltre, con lievito madre naturale a bassa acidità con una lievitazione particolarmente lenta (fino a 72 ore) per garantire un prodotto non trattato e di altissimo livello.
Proprio la vaniglia naturale Mananara, assieme al Cedro Diamante di Calabria candito, al Pistacchio di Bronte e al Chinotto di Savona sono Presidi Slow Food, soggetti cioè alla salvaguardia ed alla tutela da parte dell’omonima associazione. Attraverso la collaborazione con Slow Food, Loison conferma la propria scelta di adottare solo materie prime di altissima qualità e di valorizzare le produzioni tipiche e la biodiversità. Tale impegno è inoltre coerente con la politica dell’Azienda orientata al commercio etico, nel rispetto dei diritti dei coltivatori in termini di condizioni di lavoro e giusto prezzo.
In poco più di mezzo secolo il piccolo laboratorio si è trasformato in un'affermata azienda la cui produzione è richiesta in tutto il mondo. Oggi oltre trenta Paesi nel mondo apprezzano e richiedono il marchio Loison.
Ed infne, parliamo del packaging?
È veramente curato in ogni minimo dettaglio, le confezioni sono elegantissime, raffinate, ricche di dettagli. Io sono rimasta a bocca aperta, perché, vedere il pack su un sito internet non è la stessa cosa che averle fra le mani. Incantano!
Sul sito web, inoltre, è presente una sezione con alcune ricette interesanti con consigli su come gustare al meglio il panettone sia in versione dolce che salata.
Questi sono i prodotti che mi sono vista recapitare a casa:
- panettone Classico
- panettone al Chinotto
- panettone all'Amarena
- panettone al Prosecco
- panettone al Mandarino
- panettone ai Fichi
Grazie Loison! :)
Qui sotto una composizione fotografica fatta da me.
Io credo che possano essere dei graditissimi regali di Natale!
E voi? Avete già avuto l'occasione di degustarli? :]
Quante volte ve l'ho già detto che amo l'autunno?!?!
E oltre al fatto che amo i suoi frutti, i suoi colori e il suo calore [nel senso di accendere il caminetto]... è anche perché fra pochi giorni è il mio compleanno! [ventinove... sigh]...ma non volevo parlare di questo!
In edicola ho scoperto una nuova rivista che mi piace molto, sia per i contenuti, che per le foto, che per la grafica; è "la cucina del Corriere della Sera", mensile, e colorata. Le foto [bellissime] non sono fatte dalla redazione ma acquistate sui siti di immagini royalty free.
Questa insalata l'ho trovata lì, io ho modificato un po' le dosi, sostituito le castagne fresche, eliminato la carota e sostituito il grana con il pecorino... dico solo una cosa: provatela, ne vale la pena! :))
Ingredienti:
Valeriana 2 mazzetti circa
1/2 melagrana
una manciata di castagne secche (o fresche)
2 foglia di alloro
aceto di mele
olio evo
fior di sale
pecorino stagionato a scaglie q.b.
Lavare la valeriana. Estrarre i chicchi dalla melagrana.
In un pentolino versare abbondante acqua e versarci le castagne insieme con l'alloro e far cuocere per 20/30 minuti circa. Nonostante abbia le castagne fresche, ho preferito usare quelle secche per il semplice motivo che sono pigra e non ho voglia di spellarle... poi fate vobis! :))
Preparare una vinaigrette con l'aceto, l'olio e il fior di sale.
Mescolare tutti gli ingredienti e condire.
Completare con qualche scaglia di pecorino.
E oltre al fatto che amo i suoi frutti, i suoi colori e il suo calore [nel senso di accendere il caminetto]... è anche perché fra pochi giorni è il mio compleanno! [ventinove... sigh]...ma non volevo parlare di questo!
In edicola ho scoperto una nuova rivista che mi piace molto, sia per i contenuti, che per le foto, che per la grafica; è "la cucina del Corriere della Sera", mensile, e colorata. Le foto [bellissime] non sono fatte dalla redazione ma acquistate sui siti di immagini royalty free.
Questa insalata l'ho trovata lì, io ho modificato un po' le dosi, sostituito le castagne fresche, eliminato la carota e sostituito il grana con il pecorino... dico solo una cosa: provatela, ne vale la pena! :))
Ingredienti:
Valeriana 2 mazzetti circa
1/2 melagrana
una manciata di castagne secche (o fresche)
2 foglia di alloro
aceto di mele
olio evo
fior di sale
pecorino stagionato a scaglie q.b.
Lavare la valeriana. Estrarre i chicchi dalla melagrana.
In un pentolino versare abbondante acqua e versarci le castagne insieme con l'alloro e far cuocere per 20/30 minuti circa. Nonostante abbia le castagne fresche, ho preferito usare quelle secche per il semplice motivo che sono pigra e non ho voglia di spellarle... poi fate vobis! :))
Preparare una vinaigrette con l'aceto, l'olio e il fior di sale.
Mescolare tutti gli ingredienti e condire.
Completare con qualche scaglia di pecorino.
Chissà perché la pera cotta è considerata un "dolce" da vecchietti, da ospedali e ospizi...
Insomma la frutta cotta è strepitosa, è golosa, è salutare ed è la coccola ideale nei momenti giusti! Quando ho preparato questa c'è chi mi ha riso in faccia... perché? Povere mele e pere... ... io propongo un comitato per pubblicizzare la frutta cotta!!! :] ecco!!!!
Voi che ne pensate? La mangiate?
Ingredienti:
3 pere abate oppure 5 williams
1 litro di acqua
1 litro di vino rosso
7 cucchiai di zucchero
2 stecche di cannella
Lavare le pere, sbucciarle ed eliminare i torsoli facendo un buco sul fondo [cercando di non romperle].
In una pentola mettere le pere, l'acqua, il vino, lo zucchero e la cannella; far cuocere a fuoco medio per circa 30 minuti. Con uno stuzzicadenti infilzare una pera per sentire se è morbida. Spegnere, lasciar raffredare 5 minuti e servire con il liquido rosso.
Volendo si potrebbe far restringere la salsa con un pochino di maizena in modo da poterla versare sopra le pere.
Insomma la frutta cotta è strepitosa, è golosa, è salutare ed è la coccola ideale nei momenti giusti! Quando ho preparato questa c'è chi mi ha riso in faccia... perché? Povere mele e pere... ... io propongo un comitato per pubblicizzare la frutta cotta!!! :] ecco!!!!
Voi che ne pensate? La mangiate?
Ingredienti:
3 pere abate oppure 5 williams
1 litro di acqua
1 litro di vino rosso
7 cucchiai di zucchero
2 stecche di cannella
Lavare le pere, sbucciarle ed eliminare i torsoli facendo un buco sul fondo [cercando di non romperle].
In una pentola mettere le pere, l'acqua, il vino, lo zucchero e la cannella; far cuocere a fuoco medio per circa 30 minuti. Con uno stuzzicadenti infilzare una pera per sentire se è morbida. Spegnere, lasciar raffredare 5 minuti e servire con il liquido rosso.
Volendo si potrebbe far restringere la salsa con un pochino di maizena in modo da poterla versare sopra le pere.
Ecco, nel caso dovesse avanzarvi un po' di quelle briciole usate per le capesante, tenetele da parte, potrete usarle per arricchire un piatto di pasta [non necessariamente questa eh!], oppure per completare delle verdure gratinate.
Del resto pane, olio e basilico sta bene praticamente su tutto.
E se proprio proprio non vi sono avanzate, beh, rifarle è davvero una questione di pochi secondi e potete sostituire il pancarré con del pangrattato o della mollica di pane raffermo :]
Ingredienti:
160 g di cavatelli
200 g di cime di rapa pulite
1 spiccio di aglio
olio evo
2 filetti di acciuga sott'olio
briciole q.b.
Eliminare le parti dure dalle cime di rapa, lavare le foglie, asciugarle, spezzettarle con le mani e farle poi sbollentare in acqua leggermente salata per 2 minuti. Scolarle.
Nel frattempo cuocere la pasta nella stessa acqua delle cime di rapa.
In un tegame, far rosolare le acciughe e l'aglio in camicia in un cucchiaio di olio; versarci le cime di rapa e farle insaporire, eliminare l'aglio, aggiungere le briciole, scolare la pasta e far saltare il tutto per 1 minuto a fiamma vivace.
Del resto pane, olio e basilico sta bene praticamente su tutto.
E se proprio proprio non vi sono avanzate, beh, rifarle è davvero una questione di pochi secondi e potete sostituire il pancarré con del pangrattato o della mollica di pane raffermo :]
Ingredienti:
160 g di cavatelli
200 g di cime di rapa pulite
1 spiccio di aglio
olio evo
2 filetti di acciuga sott'olio
briciole q.b.
Eliminare le parti dure dalle cime di rapa, lavare le foglie, asciugarle, spezzettarle con le mani e farle poi sbollentare in acqua leggermente salata per 2 minuti. Scolarle.
Nel frattempo cuocere la pasta nella stessa acqua delle cime di rapa.
In un tegame, far rosolare le acciughe e l'aglio in camicia in un cucchiaio di olio; versarci le cime di rapa e farle insaporire, eliminare l'aglio, aggiungere le briciole, scolare la pasta e far saltare il tutto per 1 minuto a fiamma vivace.
In genere mi capita di mangiarle al mare o al ristorante, mi piace quel loro sapore di mare e quella crosticina croccante data dalla gratinatura in forno... quindi perché non provare a prepararle a casa? In effetti ci è voluto si e no 10 minuti in tutto tra pulirle, preparare il gratin, cuocerle e gratinarle... e in realtà ci sono voluti non più di 2 minuti per mangiarle! Insomma cotto e mangiato in men che non si dica... e inoltre hanno un prezzo basso, le ho pagate circa 1 euro l'una... quindi facendo due conti è davvero uno sfizio da potersi togliere ogni volta che si vuole perchè tra gusto, velocità di preparazione/cottura e prezzo è un affarone! :]
Ho appena trovato questo programmino [disponibile sia per Mac che per Pc], e da amante della Polaroid e del vintage [e probabilmente anche qualcuno di voi] non ho resistito nel provare a vedere l'effetto che fa a "stampare" una finta istantanea di food... beh, non so se si nota, ma si vede la texture della carta e addirittura l'impronta digitale... troppo fico vero?! Su, su, correte a scaricarlo, è davvero divertente!
Ingredienti:
6 capesante
100 g di pancarré
sale, pepe
10 foglie di basilico
olio evo q.b.
Pulire le capesante, eliminando la parte marrone e lasciando il corallo attaccato alla capasanta.
Sciacquarle sotto l'acqua fredda [comprese le conchiglie].
Nel mixer introdurre le fette di pancarré [avendo però eliminato la crosta], il sale, il pepe, le foglie di basilico e l'olio; azionare finché non risultano tante bricioline sottili e ben separate.
In una padella far scottare le capesante per 1 minuto in 1 cucchiaio di olio evo.
Preparare un letto di briciole sulle conchiglie, disporvi la capasanta e terminare con un'altro stato di briciole. Far gratinare in forno caldo a 200° per 3 minuti circa.
Ho appena trovato questo programmino [disponibile sia per Mac che per Pc], e da amante della Polaroid e del vintage [e probabilmente anche qualcuno di voi] non ho resistito nel provare a vedere l'effetto che fa a "stampare" una finta istantanea di food... beh, non so se si nota, ma si vede la texture della carta e addirittura l'impronta digitale... troppo fico vero?! Su, su, correte a scaricarlo, è davvero divertente!
Ingredienti:
6 capesante
100 g di pancarré
sale, pepe
10 foglie di basilico
olio evo q.b.
Pulire le capesante, eliminando la parte marrone e lasciando il corallo attaccato alla capasanta.
Sciacquarle sotto l'acqua fredda [comprese le conchiglie].
Nel mixer introdurre le fette di pancarré [avendo però eliminato la crosta], il sale, il pepe, le foglie di basilico e l'olio; azionare finché non risultano tante bricioline sottili e ben separate.
In una padella far scottare le capesante per 1 minuto in 1 cucchiaio di olio evo.
Preparare un letto di briciole sulle conchiglie, disporvi la capasanta e terminare con un'altro stato di briciole. Far gratinare in forno caldo a 200° per 3 minuti circa.
Ed eccomi qui con un altro piatto di carne, ormai il brusco calo delle temperature [10° in una sola notte] prevede piatti caldi e questa cosa mi fa stare davvero bene! :]
Quante volte vi ho detto che il caldo proprio non lo reggo? E quante altre ho detto che l'autunno è la mia stagione preferita? :]
Tornando a noi questo è un piatto semplice semplice ma con un sapore avvolgente e particolare e poi il melograno [o melograna?!] è uno di quei frutti che adoro [se non fosse per la quantità di tempo che serve per sgranarlo e per pulirte poi gli schizzi che invadono la cucina eh eh] e che mangerei anche tutti i giorni.
Questo curioso frutto è una fonte di vitamina A e B, ha potere rinfrescante e diuretico, è astringente, ha proprietà antinfiammatorie e vasoprotettrici... insomma un vero e proprio toccasana!
Ingredienti:
1 Faraona pulita e tagliata a pezzi
2 melograni
1 etto di pancetta liscia
1 bicchierino di armagnac
5 foglioline di alloro
30 g di burro
sale e pepe q.b.
Massaggiare la carne con il sale ed il pepe e avvolgere i singoli pezzi con almeno una fettina di pancetta e tenerli insieme con dello spago.
Spremere il succo di un melograno e mezzo, dall'altra metà invece eliminare i semi e tenerli da parte.
In una padella capiente sciogliere il burro insieme all'alloro e farvi rosolare la carne su entrambi i lati.
Sfumare con l'armagnac e far evaporare.
Versarci il succo di melograno e proseguire la cottura a fiamma media per almeno 40 minuti o finché la carne non risulti ben cotta.
Servire con patate al forno e decorare il piatto con i chicchi di melograno rimasti.
Quante volte vi ho detto che il caldo proprio non lo reggo? E quante altre ho detto che l'autunno è la mia stagione preferita? :]
Tornando a noi questo è un piatto semplice semplice ma con un sapore avvolgente e particolare e poi il melograno [o melograna?!] è uno di quei frutti che adoro [se non fosse per la quantità di tempo che serve per sgranarlo e per pulirte poi gli schizzi che invadono la cucina eh eh] e che mangerei anche tutti i giorni.
Questo curioso frutto è una fonte di vitamina A e B, ha potere rinfrescante e diuretico, è astringente, ha proprietà antinfiammatorie e vasoprotettrici... insomma un vero e proprio toccasana!
Ingredienti:
1 Faraona pulita e tagliata a pezzi
2 melograni
1 etto di pancetta liscia
1 bicchierino di armagnac
5 foglioline di alloro
30 g di burro
sale e pepe q.b.
Massaggiare la carne con il sale ed il pepe e avvolgere i singoli pezzi con almeno una fettina di pancetta e tenerli insieme con dello spago.
Spremere il succo di un melograno e mezzo, dall'altra metà invece eliminare i semi e tenerli da parte.
In una padella capiente sciogliere il burro insieme all'alloro e farvi rosolare la carne su entrambi i lati.
Sfumare con l'armagnac e far evaporare.
Versarci il succo di melograno e proseguire la cottura a fiamma media per almeno 40 minuti o finché la carne non risulti ben cotta.
Servire con patate al forno e decorare il piatto con i chicchi di melograno rimasti.
Tiramisù, tiramisù, tiramisù... a chi non piace? A me da matti, ma proprio da matti eh... anche se al ristorante evito di prenderlo, perché il più delle volte ti portano quelli confezionati oppure sottoforma di torta gelato, ma quando viene preparato in casa, beh, non so proprio resistere! Quella cremina strepitosa sopra quei savoiardi inzuppati nel caffé sono una vera libidine!
E non potevo non partecipare alla raccolta di FrancescaV in cui si richiede la realizzazione di un Tiramisù "diverso".
Ed eccomi qui con questo dolce realizzato spulciando un po' in frigorifero e un po' nella dispensa :]
Ingredienti per 6 persone:
250 g di mascarpone
1 uovo
40 g di zucchero a velo
100 g di mirtilli
savoiardi q.b.
mirtilli sotto rum + il loro liquore
2 cucchiai di mosto cotto
Dividere il tuorlo e l'albume e montare quest'ultimo a neve fermissima.
Frullare i mirtilli con lo zucchero, unire poi il tuorlo e il mascarpone continuando a frullare finché non risulta una crema omogenea, soffice e compatta.
Disporre nei bicchierini i savoiardi leggermente inzuppati nel liquore ai mirtilli e coprirli di crema, continuare così fino a un dito dal bordo. Ricoprirli con la pellicola e riporli in frigorifero per almeno un'oretta. Al momento di servire decorare con qualche goccia di mosto cotto e un mirtillo sotto spirito.
Ed eccomi qui con questo dolce realizzato spulciando un po' in frigorifero e un po' nella dispensa :]
Ingredienti per 6 persone:
250 g di mascarpone
1 uovo
40 g di zucchero a velo
100 g di mirtilli
savoiardi q.b.
mirtilli sotto rum + il loro liquore
2 cucchiai di mosto cotto
Dividere il tuorlo e l'albume e montare quest'ultimo a neve fermissima.
Frullare i mirtilli con lo zucchero, unire poi il tuorlo e il mascarpone continuando a frullare finché non risulta una crema omogenea, soffice e compatta.
Disporre nei bicchierini i savoiardi leggermente inzuppati nel liquore ai mirtilli e coprirli di crema, continuare così fino a un dito dal bordo. Ricoprirli con la pellicola e riporli in frigorifero per almeno un'oretta. Al momento di servire decorare con qualche goccia di mosto cotto e un mirtillo sotto spirito.
Vi avevo detto vero che ho scoperto la carne con la frutta vero? Bene, questa è un'altra proposta, molto molto buona e saporita!! Caspita è davvero sorprendente quanto sia semplice fare questi arrosti, ci vuole davvero poco tempo e pochi ingredienti, di qualità però.
L'unica pecca, è che i fichi sono agli sgoccioli, per cui se doveste trovarne ancora provate questa ricettina... :]
L'unica pecca, è che i fichi sono agli sgoccioli, per cui se doveste trovarne ancora provate questa ricettina... :]
Ingredienti:
800 g di lonza di maiale in un unica fetta
5 fichi neri
30 g di burro
sale e pepe q.b.
1 bicchierino di Armagnac
1 cipolla bianca piccola
Lavare i fichi senza eliminarne la buccia.
Prenderne 2 e dividerli in 4 spicchi.
Massaggiare la carne con il sale e il pepe, inserire all'interno i fichi appena tagliati e chiudere con dello spago.
In un tegame sciogliere il burro e far soffriggere la cipolla finemente affettata poi riporre la carne ripiena e rosolarla su tutti i lati per qualche minuto. Sfumare con l'Armagnac. Far completamente evaporare l'alcol, coprire il tegame e proseguire la cottura per 45 minuti circa bagnando, se necessario, con dell'acqua bollente.
Quando la carne è quasi cotta, aggiungere i restanti fichi, regolare di sale e continuare la cottura per altri 10 minuti. Servire con delle patate croccanti.
Prenderne 2 e dividerli in 4 spicchi.
Massaggiare la carne con il sale e il pepe, inserire all'interno i fichi appena tagliati e chiudere con dello spago.
In un tegame sciogliere il burro e far soffriggere la cipolla finemente affettata poi riporre la carne ripiena e rosolarla su tutti i lati per qualche minuto. Sfumare con l'Armagnac. Far completamente evaporare l'alcol, coprire il tegame e proseguire la cottura per 45 minuti circa bagnando, se necessario, con dell'acqua bollente.
Quando la carne è quasi cotta, aggiungere i restanti fichi, regolare di sale e continuare la cottura per altri 10 minuti. Servire con delle patate croccanti.
torta autunnale di patate e zucca in padella
By il gatto goloso - ottobre 07, 2009
Non sono ancora riuscita a capire se la zucca mi piace o meno! Mi piace il suo colore, mi piace la sua consistenza, la forma e anche il gusto ma la trovo un po' troppo dolce, e non riuscirei a mangiarla [esagerando] più di una volta a settimana ecco, e di certo non due giorni di fila. :]
È ottima nelle minestre, nelle creme e nei tortelli, ma trovo che debba sempre essere abbinata a qualcosa di salato, saporito e croccante o sbaglio? Buona anche la marmellata, la mostarda e come complemento nei dolci [che però non ho mai provato] ma ecco, personalmente credo che la zucca vada presa a piccole dosi per evitare di stancare il palato [almeno il mio!] Voi che ne pensate? Ne andate matti?
E già che siamo in tema, avete qualche ricetta da consigliarmi di dolci tipo cake da colazione con la zucca dove però non sia l'ingrediente principale? Magari potrei ricredermi su quanto detto sopra... chi lo sa! :]
Ingredienti:
800 g di patate a pasta gialla
500 g di zucca
1/2 etto di pancetta tagliata sottile
50 g di burro
1 piccola cipolla rossa
prezzemolo, timo, origano, rosmarino
sale, pepe
Lavare le patate sotto acqua corrente, spazzolandole bene. Lessarle al vapore e, pochi minuti prima [o a metà cottura, a secondo dei gusti e tempi] del termine della cottura metterle in acqua fredda.
Lessare la zucca, lasciarla intiepidire e passarla con lo schiacciapatate.
In una terrina riporre la purea di zucca, le erbe aromatiche tritate, il sale e il pepe. Grattugiare le patate e aggiungerle al composto. Mescolare delicatamente fino a che gli ingredienti non siano ben amalgamati fra loro.
In una padella larga sciogliere metà del burro e farci rosolare la cipolla tagliata sottile [volendo si potrebbe menttere anche dell'aglio se piace] insieme con la pancetta tritata grossolanamente. Unire anche questi elementi al composto e mescolare di nuovo delicatamente.
Riprendere la stessa padella usata per il soffritto, sciogliere il restante burro e versarci il composto appiattendolo con una spatola per coprire tutti i buchi. Cuocere per 5 minuti, poi con l'aiuto di un coperchio grande ribaltare la torta, riporla di nuovo in padella e cuocere altri 5 minuti o finché anche questo lato non risulta dorato. Servire.
È ottima nelle minestre, nelle creme e nei tortelli, ma trovo che debba sempre essere abbinata a qualcosa di salato, saporito e croccante o sbaglio? Buona anche la marmellata, la mostarda e come complemento nei dolci [che però non ho mai provato] ma ecco, personalmente credo che la zucca vada presa a piccole dosi per evitare di stancare il palato [almeno il mio!] Voi che ne pensate? Ne andate matti?
E già che siamo in tema, avete qualche ricetta da consigliarmi di dolci tipo cake da colazione con la zucca dove però non sia l'ingrediente principale? Magari potrei ricredermi su quanto detto sopra... chi lo sa! :]
Ingredienti:
800 g di patate a pasta gialla
500 g di zucca
1/2 etto di pancetta tagliata sottile
50 g di burro
1 piccola cipolla rossa
prezzemolo, timo, origano, rosmarino
sale, pepe
Lavare le patate sotto acqua corrente, spazzolandole bene. Lessarle al vapore e, pochi minuti prima [o a metà cottura, a secondo dei gusti e tempi] del termine della cottura metterle in acqua fredda.
Lessare la zucca, lasciarla intiepidire e passarla con lo schiacciapatate.
In una terrina riporre la purea di zucca, le erbe aromatiche tritate, il sale e il pepe. Grattugiare le patate e aggiungerle al composto. Mescolare delicatamente fino a che gli ingredienti non siano ben amalgamati fra loro.
In una padella larga sciogliere metà del burro e farci rosolare la cipolla tagliata sottile [volendo si potrebbe menttere anche dell'aglio se piace] insieme con la pancetta tritata grossolanamente. Unire anche questi elementi al composto e mescolare di nuovo delicatamente.
Riprendere la stessa padella usata per il soffritto, sciogliere il restante burro e versarci il composto appiattendolo con una spatola per coprire tutti i buchi. Cuocere per 5 minuti, poi con l'aiuto di un coperchio grande ribaltare la torta, riporla di nuovo in padella e cuocere altri 5 minuti o finché anche questo lato non risulta dorato. Servire.
Non ci posso credere... mi sono dimenticata del compleanno del Blog, del secondo compleanno ecco! Caspita se passa il tempo, uno si guarda indietro e si accorge che molti giorni se ne sono andati senza nemmeno rendersene conto... e così questo blog insomma, nato un po' per gioco, un po' per archivio, un po' per pasatempo ma ora mi guardo indietro e vedo che sono già stati scritti 170 post... un numero notevole per me! E poi il blog è diventato un impegno e una passione forte, che insieme alla fotografia, hanno contribuito e continua a farmi divertire!
Ammetto che la pazienza del mio compagno mi aiuta parecchio, insomma il dover aspettare a pranzare perchè è fondamentale fotografare il cibo potrebbe far andare sui nervi chiunque, ma lui no, resiste! :]
Ammetto che la pazienza del mio compagno mi aiuta parecchio, insomma il dover aspettare a pranzare perchè è fondamentale fotografare il cibo potrebbe far andare sui nervi chiunque, ma lui no, resiste! :]
Ho scoperto che la fotografia è davvero stimolante, libera la mente, allena l'occhio, aiuta ad abbinare i tessuti al piatto, fa sembrare estremamente golosa anche una banalissima insalata... e io lo trovo divertente ecco! È bello farsi venire l'acquolina in bocca semplicemente guardando una fotografia no? Almeno questo è quello che provo io guardando moltissimi blog!
Di strada davanti ne ho ancora parecchia da fare per sentirmi pienamente soddisfatta degli scatti che faccio, sono molto critica con me stessa ma questo mi aiuta a cercare di migliorarmi, mi manca un po' di pratica e di tecnica, ma ammetto che dai primi post pubblicati il miglioramento c'è stato... per fortuna insomma! :]
Tutto questo per dire che ho fatto un libricino con 12 ricettine tratte dall'ultimo anno di blog; mi sembra un pensiero carino per festeggiarlo oltre che per farmi perdonare del ritardo... e poi è un regalino per tutti voi, che mi sostenete e mi fate sempre sentire il vostro calore... questo libricino lo potete scaricare e tenere nel vostro archivio come ricordo e magari un giorno potrebbe anche tornarvi utile chi lo sa! :]
PS: problema risolto, ora potete scaricare tranquillamente il .pdf, l'ho caricato su un nuovo hosting service!
Di strada davanti ne ho ancora parecchia da fare per sentirmi pienamente soddisfatta degli scatti che faccio, sono molto critica con me stessa ma questo mi aiuta a cercare di migliorarmi, mi manca un po' di pratica e di tecnica, ma ammetto che dai primi post pubblicati il miglioramento c'è stato... per fortuna insomma! :]
Tutto questo per dire che ho fatto un libricino con 12 ricettine tratte dall'ultimo anno di blog; mi sembra un pensiero carino per festeggiarlo oltre che per farmi perdonare del ritardo... e poi è un regalino per tutti voi, che mi sostenete e mi fate sempre sentire il vostro calore... questo libricino lo potete scaricare e tenere nel vostro archivio come ricordo e magari un giorno potrebbe anche tornarvi utile chi lo sa! :]
PS: problema risolto, ora potete scaricare tranquillamente il .pdf, l'ho caricato su un nuovo hosting service!
Voglia di autunno, voglia di dolce!
Era parecchio tempo che non preparavo un dolce come si deve, adesso che ci penso di tempo credo ne sia passato parecchio, quasi due mesi se non erro... direi che dovevo proprio farlo!
Con l'arrivo dell'autunno è tornata anche la voglia di cioccolato, di una soffice coccola... questa mouse faceva proprio a caso mio!
Forse ho usato un cioccolato troppo fondente per i miei gusti, perché amo il cioccolato, ma al 90% era troppo amaro per me e l'impasto poco zuccherato... però l'ho mangiato tutto e non ho nemmeno storto il naso, anzi... diciamo che la volta prossima userò un cioccolato meno intenso ecco :]
Mi spiace solo che la foto non rende giustizia al dolce, nonostante era pieno giorno non so perché è uscita effetto flash.. bah! Sigh
Ingredienti per 4 coppette:
120 g di cioccolato fondente
1 uovo
2 albumi
15 g di burro
2 cucchiai di caffè ristretto
1 cucchiaio di zucchero
sale
Fondere a bagnomaria il cioccolato insieme al caffè zuccherato. Quando sarà quasi fuso, aggiungere il burro tagliato a pezzettini, mescolare bene e togliere dal fuoco. Unire il tuorlo e amalgamarlo al composto.
Montare a neve fermissima gli albumi con un pizzico di sale.
Aggiungerne poca alla volta e delicatamente al composto finché non sarà ben distribuita.
Versare nelle coppettine monoporzioni e metterle in frigorifero per 3/4 ore.
Servire la mousse con una spolverata di cannella o zenzero.
Era parecchio tempo che non preparavo un dolce come si deve, adesso che ci penso di tempo credo ne sia passato parecchio, quasi due mesi se non erro... direi che dovevo proprio farlo!
Con l'arrivo dell'autunno è tornata anche la voglia di cioccolato, di una soffice coccola... questa mouse faceva proprio a caso mio!
Forse ho usato un cioccolato troppo fondente per i miei gusti, perché amo il cioccolato, ma al 90% era troppo amaro per me e l'impasto poco zuccherato... però l'ho mangiato tutto e non ho nemmeno storto il naso, anzi... diciamo che la volta prossima userò un cioccolato meno intenso ecco :]
Mi spiace solo che la foto non rende giustizia al dolce, nonostante era pieno giorno non so perché è uscita effetto flash.. bah! Sigh
Ingredienti per 4 coppette:
120 g di cioccolato fondente
1 uovo
2 albumi
15 g di burro
2 cucchiai di caffè ristretto
1 cucchiaio di zucchero
sale
Fondere a bagnomaria il cioccolato insieme al caffè zuccherato. Quando sarà quasi fuso, aggiungere il burro tagliato a pezzettini, mescolare bene e togliere dal fuoco. Unire il tuorlo e amalgamarlo al composto.
Montare a neve fermissima gli albumi con un pizzico di sale.
Aggiungerne poca alla volta e delicatamente al composto finché non sarà ben distribuita.
Versare nelle coppettine monoporzioni e metterle in frigorifero per 3/4 ore.
Servire la mousse con una spolverata di cannella o zenzero.
Sarà l'autunno [anche se qui ci sono ancora 28° di giorno], sarà che ho voglia di cucinare qualcosa di diverso, sarà che ultimamente sono particolarmente attratta dalla carne e incuriosita dai vari accostamenti possibili che ieri a pranzo ho provato a cucinare questo bell'arrostino!
È una ricetta recuperata da un vecchio "Sale e Pepe" del 2007, selezionata e lasciata li, ad aspettare che arrivasse la giusta ispirazione!
Il fatto di abbinare la frutta alla carne è in uso da parecchio tempo, e credo anche che tutti i frutti siano già stati testati, ma io non ci avevo mai provato, tranne che per il maiale con le prugne secche o mele!
Ma sono partita in quarta e voglio provare anche con il melograno, con i mirtilli, con i fichi... avete consigli da darmi? Cosa avete provato e vi ha colpito particolarmente?Ingredienti:
600 g di codino di vitello
300 g di uva bianca moscato
salvia
1 spiccio di aglio
burro q.b.
sale, pepe
Lavare l'uva, asciugarla, metterne da parte una decina di chicchi e spremere i rimanenti con lo schiacciapatate per ricavarne solo il succo.
In una tegame far fondere il burro con lo spicchio d'aglio in camicia.
Fare delle incisioni intorno alla carne e infilarci dentro qualche foglia di salvia.
Massaggiare la carne con il sale e il pepe. Appena il burro soffrigge, togliere l'aglio e metterci il pezzo di carne. Farla rosolare lentamente e bagnarla con il succo di uva. Cuocere per circa un ora a fiamma bassa. Se necessario bagnare con dell'acqua bollente.
Appena prima di spegnere il fuoco inserire nel tegame anche i restanti acini di uva e cuocere per 2/3 minuti. Spegnere, lasciar raffreddare per qualche minuto e portare in tavola tagliato a fettine accompagnato con il fondo di cottura e l'uva cotta.
Il fatto di abbinare la frutta alla carne è in uso da parecchio tempo, e credo anche che tutti i frutti siano già stati testati, ma io non ci avevo mai provato, tranne che per il maiale con le prugne secche o mele!
Ma sono partita in quarta e voglio provare anche con il melograno, con i mirtilli, con i fichi... avete consigli da darmi? Cosa avete provato e vi ha colpito particolarmente?Ingredienti:
600 g di codino di vitello
300 g di uva bianca moscato
salvia
1 spiccio di aglio
burro q.b.
sale, pepe
Lavare l'uva, asciugarla, metterne da parte una decina di chicchi e spremere i rimanenti con lo schiacciapatate per ricavarne solo il succo.
In una tegame far fondere il burro con lo spicchio d'aglio in camicia.
Fare delle incisioni intorno alla carne e infilarci dentro qualche foglia di salvia.
Massaggiare la carne con il sale e il pepe. Appena il burro soffrigge, togliere l'aglio e metterci il pezzo di carne. Farla rosolare lentamente e bagnarla con il succo di uva. Cuocere per circa un ora a fiamma bassa. Se necessario bagnare con dell'acqua bollente.
Appena prima di spegnere il fuoco inserire nel tegame anche i restanti acini di uva e cuocere per 2/3 minuti. Spegnere, lasciar raffreddare per qualche minuto e portare in tavola tagliato a fettine accompagnato con il fondo di cottura e l'uva cotta.
Un altro classico italiano, ottimo da servire come aperitivo, come complemento ad un antipasto o come pranzo al mare o ad un pic-nic. Ricetta trovata su uno speciale della "cucina moderna" e rivisitato.
A noi è davvero piaciuto un sacco, il gusto dolce dei pomodori che si mescola con il salato della pasta e la cremosità del formaggio è davvero qualcosa di speciale, da provare!
Ingredienti:
250 g di farina 00
30 g di parmigiano grattugiato
80 g di burro
1 uovo
olio evo
pomodori perini
2 cucchiai di yogurt greco
1 panetto di filadelphia
origano, basilico e rosmarino
sale q.b.
Impastare la farina con il parmigiano e le erbe [tranne il basilico]; unire il burro freddo a cubettini, l'uovo e impastare tutto finché l'impasto non risulta liscio e compatto. Riporre in frigorifero per 1 ora avvolto in uno strato di pellicola.
Stendere la pasta su un piano infarinato e disporla in uno stampo [io ho usato quello della Silikomart]. Con i rebbi di una forchetta bucherellare il fondo.
A parte lavorare il filadelphia con lo yogurt, il sale, il basilico ed il pepe fino a renderli una crema omogenea. Spalmare la cremina ottenuta sulla pasta.
Lavare i pomodori, asciugarli, tagliarli a rondelle sottili sottili e disporli a corologio sulla cremina. Terminare con un filo di olio evo. Infornare a 200° per 45 minuti circa. o finché la pasta risulti cotta e i pomodori asciutti. Servire tiepida o fredda.
A noi è davvero piaciuto un sacco, il gusto dolce dei pomodori che si mescola con il salato della pasta e la cremosità del formaggio è davvero qualcosa di speciale, da provare!
Ingredienti:
250 g di farina 00
30 g di parmigiano grattugiato
80 g di burro
1 uovo
olio evo
pomodori perini
2 cucchiai di yogurt greco
1 panetto di filadelphia
origano, basilico e rosmarino
sale q.b.
Impastare la farina con il parmigiano e le erbe [tranne il basilico]; unire il burro freddo a cubettini, l'uovo e impastare tutto finché l'impasto non risulta liscio e compatto. Riporre in frigorifero per 1 ora avvolto in uno strato di pellicola.
Stendere la pasta su un piano infarinato e disporla in uno stampo [io ho usato quello della Silikomart]. Con i rebbi di una forchetta bucherellare il fondo.
A parte lavorare il filadelphia con lo yogurt, il sale, il basilico ed il pepe fino a renderli una crema omogenea. Spalmare la cremina ottenuta sulla pasta.
Lavare i pomodori, asciugarli, tagliarli a rondelle sottili sottili e disporli a corologio sulla cremina. Terminare con un filo di olio evo. Infornare a 200° per 45 minuti circa. o finché la pasta risulti cotta e i pomodori asciutti. Servire tiepida o fredda.
Ebbene, anche le pesche sono quasi terminate... sigh!
Queste sono le ultime, le ho trovate ieri al mercato domenicale degli agricoltori della zona, e da oggi si entra nell'autunno [stagione che io adoro]... a dire la verità ho una voglia matta di fresco, di sere in casa, di riposo... a parte questo, sulla bancarella, accanto alle pesche c'era anche un foglietto con alcuni modi per cucinarle; la mia attenzione si è focalizzata sulle pesche fritte... anche perché dopo aver letto questa ricetta dei Calycanthus mi è venuta voglia di provare della frutta fritta!
Sapete che non avevo mai mangiato la frutta fritta? Ammetto che sono un po' pesantine [come tutto il fritto del resto] ma interessanti.
E voi le avete già provate? Che frutta fritta avete mangiato? :]
Ingredienti:
1 kg di pesche
1 bicchierino di Marsala
1 bicchierino di rum
2 uova
pangrattato q.b.
olio per friggere
zucchero semolato
Lavare le pesche, sbucciarle, snocciolarle e farle macerare per 1 ora con il Marsala ed il rum.
Sgocciolarle, passarle nel pangrattato, nell'uovo sbattuto e di nuovo nel pangrattato. Friggerle nell'olio bollente.
Cospargerle di zucchero semolato e servire accompagnate con della panna montata o del gelato.
Queste sono le ultime, le ho trovate ieri al mercato domenicale degli agricoltori della zona, e da oggi si entra nell'autunno [stagione che io adoro]... a dire la verità ho una voglia matta di fresco, di sere in casa, di riposo... a parte questo, sulla bancarella, accanto alle pesche c'era anche un foglietto con alcuni modi per cucinarle; la mia attenzione si è focalizzata sulle pesche fritte... anche perché dopo aver letto questa ricetta dei Calycanthus mi è venuta voglia di provare della frutta fritta!
Sapete che non avevo mai mangiato la frutta fritta? Ammetto che sono un po' pesantine [come tutto il fritto del resto] ma interessanti.
E voi le avete già provate? Che frutta fritta avete mangiato? :]
Ingredienti:
1 kg di pesche
1 bicchierino di Marsala
1 bicchierino di rum
2 uova
pangrattato q.b.
olio per friggere
zucchero semolato
Sgocciolarle, passarle nel pangrattato, nell'uovo sbattuto e di nuovo nel pangrattato. Friggerle nell'olio bollente.
Cospargerle di zucchero semolato e servire accompagnate con della panna montata o del gelato.
Tempo fa Paoletta ha pubblicato la sua versione per la realizzazione dei succhi di frutta, e siccome questi succhi li avevo preparati anche io ad agosto e Paoletta voleva sapere le dosi che avevo usato [la mia memoria è quella che è purtroppo, e inoltre sono anche parecchio disordinata devo sempre annotarmi tutto quanto, quindi mi ci è voluto un po' per ritrovare il bigliettino con le dosi e inoltre era ancora da fotografare!].
In realtà le dosi sono leggermente diverse, ma il procedimento è praticamente lo stesso usato da lei. Io li ho trovati strepitosi, zuccherini e belli densi... tant'è che una bottiglietta monodose classica la beviamo in due allungando il succo con dell'acqua. Quindi, ho smesso di acquistare quelli industriali almeno finché durano quelli preparati da me!
So che ora la stagione delle pesche sta finendo [e quella delle albicocche ormai è morta! sigh] ma magari qualcuno potrebbe anche riuscire ancora a preparare questi succhi, al limite potrete sempre conservare la ricetta per il prossimo anno!
Paoletta, fammi sapere che ne pensi eh! :]In realtà le dosi sono leggermente diverse, ma il procedimento è praticamente lo stesso usato da lei. Io li ho trovati strepitosi, zuccherini e belli densi... tant'è che una bottiglietta monodose classica la beviamo in due allungando il succo con dell'acqua. Quindi, ho smesso di acquistare quelli industriali almeno finché durano quelli preparati da me!
So che ora la stagione delle pesche sta finendo [e quella delle albicocche ormai è morta! sigh] ma magari qualcuno potrebbe anche riuscire ancora a preparare questi succhi, al limite potrete sempre conservare la ricetta per il prossimo anno!
Ingredienti:
800 g di pesche gialle / o albicocche
250 gr zucchero semolato
1 litro di acqua
succo di mezzo limone
In una pentola portare ad ebollizione l'acqua con lo zucchero; appena bolle tuffarci le pesche [lavate, sbucciate e tagliate a pezzettoni] e far cuocere per 6/7 minuti.
Spegnere il fuoco e aggiungerci il succo spremuto del limone, [lasciar raffreddare un poco altrimenti si rischia l'ustione] passarlo con il frullatore ad immersione fino a ridurre tutto in una purea.
A questo punto imbottigliare il succo in bottigliette monodose [io ho usato proprio quelle in vetro dei succhi di frutta] e far sterilizzare in una pentolona di acqua fredda, avendo cura di avvolgere i vasetti in dei canovacci per evitare che toccandosi durante il bollore possano creparsi. Calcolare 30 minuti dal bollore e spegnere. Lasciar raffreddare le bottigliette nella pentola stessa. Riporre in luogo asciutto e buio.
Spegnere il fuoco e aggiungerci il succo spremuto del limone, [lasciar raffreddare un poco altrimenti si rischia l'ustione] passarlo con il frullatore ad immersione fino a ridurre tutto in una purea.
A questo punto imbottigliare il succo in bottigliette monodose [io ho usato proprio quelle in vetro dei succhi di frutta] e far sterilizzare in una pentolona di acqua fredda, avendo cura di avvolgere i vasetti in dei canovacci per evitare che toccandosi durante il bollore possano creparsi. Calcolare 30 minuti dal bollore e spegnere. Lasciar raffreddare le bottigliette nella pentola stessa. Riporre in luogo asciutto e buio.
Che fa più fico dirlo in francese... perché si sa, i pomodori gratinati sono tra i piatti più popolari italiani, c'è chi ci mette le acciughe, chi il tonno, chi la mozzarella e chi tanto aglio... ecco, diciamo che questi sono uno standard, una base per poi aggiungere quello che più vi garba!
Ingredienti: [per 2/3 persone]:
6 pomodori medio/grandi
basilico
prezzemolo
erba cipollina
menta
timo
olio extra vergine
peperoncino
2 pomodori secchi
1 cucchiaino di pinoli
pangrattato
parmigiano
sale e pepe
Lavare ed asciugare tutte le erbe aromatiche, poi tagliarle finemente con la mezzaluna.
In una ciotola amalgamare il pangrattato, il sale, il pepe, il peperoncino, il parmigiano, le erbe aromatiche e il trito di pomodori secchi e pinoli.
Lavare ed asciugare i pomodori, eliminare la calotta superiore, disporli su una teglia leggermente una d'olio, disporre in superficie il composto e terminare con un giro di olio. Infornare a forno caldo a 200° per 15/20 minuti.
Ingredienti: [per 2/3 persone]:
6 pomodori medio/grandi
basilico
prezzemolo
erba cipollina
menta
timo
olio extra vergine
peperoncino
2 pomodori secchi
1 cucchiaino di pinoli
pangrattato
parmigiano
sale e pepe
Lavare ed asciugare tutte le erbe aromatiche, poi tagliarle finemente con la mezzaluna.
In una ciotola amalgamare il pangrattato, il sale, il pepe, il peperoncino, il parmigiano, le erbe aromatiche e il trito di pomodori secchi e pinoli.
Lavare ed asciugare i pomodori, eliminare la calotta superiore, disporli su una teglia leggermente una d'olio, disporre in superficie il composto e terminare con un giro di olio. Infornare a forno caldo a 200° per 15/20 minuti.
Quando arriva questo periodo mi capita spesso di andare al mercato, presa dalla voglia di godermi gli ultimi bei pomodori rossi e maturi. La passata l'ho fatta ad agosto, una full immersion di un'intera giornata e circa 50 k di pomodori San Marzano. Il risultato sono state tante bottigliette di varie misure [da quelle dei succhi monoporzione alle bottiglie riciclate della coca o della birra] rigorosamente trasparenti [perché il colore passionale del pomodoro me lo voglio godere!] riposte in dispensa al buio! Che soddisfazione!!!!
Ma allora perché andare a settembre alla ricerca di altri pomodori maturi?
Beh, la foga di conservare [come le formiche] le cose buone per l'inverno mi ha sempre attirato ecco... così ho pensato di condividere questa idea con voi! Non c'è nulla di nuovo e non ho scoperto l'acqua calda; però parlando con degli amici mi sono accorta che loro a questa cosa, per me ovvia, non ci avevano mai pensato... perché di ovvio non esiste nulla vero?
Ma allora perché andare a settembre alla ricerca di altri pomodori maturi?
Beh, la foga di conservare [come le formiche] le cose buone per l'inverno mi ha sempre attirato ecco... così ho pensato di condividere questa idea con voi! Non c'è nulla di nuovo e non ho scoperto l'acqua calda; però parlando con degli amici mi sono accorta che loro a questa cosa, per me ovvia, non ci avevano mai pensato... perché di ovvio non esiste nulla vero?
Quindi arriviamo al dunque:
Prendere dei bei pomodori maturi, lavarli e tuffarli in acqua bollente per pochi minuti; scolarli, pelarli e passarli al passaverdura a fori piccoli.
Raccogliere il succo ottenuto e riporlo in un colino a maglie fittissime [per renderlo più fitto al limite si può inserire all'interno un tovagliolo di carta] e lasciarlo scolare per un'ora/due.
Raccogliere la polpa, metterla nel contenitore del ghiaccio e riporla in freezer finché i cubetti non saranno completamente congelati. Estrarli dalle vaschette e inserirli in sacchetti di plastica.
In questo modo avrete sempre della salsa pronta, magari solo per colorare un intingolo o semplicemente [come faccio io] da aggiungere ad una buona minestra!
Raccogliere la polpa, metterla nel contenitore del ghiaccio e riporla in freezer finché i cubetti non saranno completamente congelati. Estrarli dalle vaschette e inserirli in sacchetti di plastica.
In questo modo avrete sempre della salsa pronta, magari solo per colorare un intingolo o semplicemente [come faccio io] da aggiungere ad una buona minestra!
Notate niente di diverso sotto la testata del blog? :]
Ho passato questa ultima settimana a copiare e incollare i titoli e i collegamenti delle ricette del blog, avevo voglia di un modo più immediato per aver sott'occhio tutto il mio archivio, non mi piaceva dover scorrere continuamente indietro nei post per trovare ciò che stavo cercando, non mi piace molto l'impostazione grafica dell'archivio di blogger e anche la funzione "cerca nel blog" è un po limitata... forse sono troppo critica? Spero che questo lavoraccio possa essere d'aiuto a qualcuno! Si accettano suggerimenti eh... :]
Ma torniamo alle cose serie... e dopo questa confettura, eccone un'altra molto simile. Come già detto più volte io amo alla follia le confetture [quelle fatte in casa ovviamente] e un paio di settimane fa ho preparato questa; io i lamponi li ho trovati al super, erano bellissimi, compatti e ad un prezzo accettabile ma in effetti sarebbe tutta un altra cosa utilizzare dei lamponi freschi e selvatici... anche se non so se in questo periodo siano ancora reperibili... sigh
Ingredienti:
1 kg di pesche bianche e gialle
300 g di lamponi
500 g di zucchero
1 limone non trattato
Sbollentare lepesche in acqua bollente per qualche minuto, poi scolarle, metterle in acqua fredda, sbucciarle, tagliarle a pezzettoni e riporle in una ciotola di vetro insieme ai lamponi lavati e perfettamente asciutti; fare degli strati di frutta, zucchero, succo di limone e lasciar macerare una notte coperta.
Il giorno dopo, versare tutto il contentuto della ciotola in una pentola di acciaio a fondo pesante e cuocere a fuoco vivace per 20 minuti finché la frutta diventa densa. Schiumare spesso. Trasferire la confettura ancora bollente nei vasi precedentemente lavati e perfettamente asciutti (io li metto in una pentola e li faccio bollire 10 minuti oppure in forno a 110° circa per 20 minuti), chiudere ermeticamente e sterilizzarli per 20 minuti.
Si conservano per 6 mesi in un luogo asciutto e buio.
Ho passato questa ultima settimana a copiare e incollare i titoli e i collegamenti delle ricette del blog, avevo voglia di un modo più immediato per aver sott'occhio tutto il mio archivio, non mi piaceva dover scorrere continuamente indietro nei post per trovare ciò che stavo cercando, non mi piace molto l'impostazione grafica dell'archivio di blogger e anche la funzione "cerca nel blog" è un po limitata... forse sono troppo critica? Spero che questo lavoraccio possa essere d'aiuto a qualcuno! Si accettano suggerimenti eh... :]
Ma torniamo alle cose serie... e dopo questa confettura, eccone un'altra molto simile. Come già detto più volte io amo alla follia le confetture [quelle fatte in casa ovviamente] e un paio di settimane fa ho preparato questa; io i lamponi li ho trovati al super, erano bellissimi, compatti e ad un prezzo accettabile ma in effetti sarebbe tutta un altra cosa utilizzare dei lamponi freschi e selvatici... anche se non so se in questo periodo siano ancora reperibili... sigh
Ingredienti:
1 kg di pesche bianche e gialle
300 g di lamponi
500 g di zucchero
1 limone non trattato
Sbollentare lepesche in acqua bollente per qualche minuto, poi scolarle, metterle in acqua fredda, sbucciarle, tagliarle a pezzettoni e riporle in una ciotola di vetro insieme ai lamponi lavati e perfettamente asciutti; fare degli strati di frutta, zucchero, succo di limone e lasciar macerare una notte coperta.
Il giorno dopo, versare tutto il contentuto della ciotola in una pentola di acciaio a fondo pesante e cuocere a fuoco vivace per 20 minuti finché la frutta diventa densa. Schiumare spesso. Trasferire la confettura ancora bollente nei vasi precedentemente lavati e perfettamente asciutti (io li metto in una pentola e li faccio bollire 10 minuti oppure in forno a 110° circa per 20 minuti), chiudere ermeticamente e sterilizzarli per 20 minuti.
Si conservano per 6 mesi in un luogo asciutto e buio.
Ricetta presa da sale&pepe collection "in cucina con gli amici".
Ottimo da servire come antipasto o come secondo, è molto bello visivamente e ha un sapore particolarmente fresco, adatto in queste sere d'estate in cui è possibile ricominciare pian piano ad accendere il forno (almeno qui da me!)
Ottimo da servire come antipasto o come secondo, è molto bello visivamente e ha un sapore particolarmente fresco, adatto in queste sere d'estate in cui è possibile ricominciare pian piano ad accendere il forno (almeno qui da me!)
Ingredienti:
100 g di pangrattato
olio evo q.b.
1 cipolla tagliata finemente
2 cucchiai di capperi sotto sale
50 g di ribes
50 g di pinoli tostati
prezzemolo
foglioline di menta (20 circa)
16 sardine a filetti
In un tegamino piccolo versare un cucchiaio di olio evo e il pangrattato, accendere il fuoco e farlo dorare.
A parte far dorare la cipolla con dell'olio. In una ciotola unire la cipolla, il pangrattato, i capperi tritati, il ribes, i pinoli, il prezzemolo e la menta tritati.
Lavare i filetti di sardine, tamponarli con carta assorbente e, tenendole con la pelle rivolta verso il basso, adagiare un cucchiaio di ripieno e arrotolare la sardina.
In una teglia riporre gli involtini di sardine il più possibile vicine l'una con l'altra.
Cospargere la superficie con il ripieno rimasto e infornare per mezz'ora a 180°.
A parte far dorare la cipolla con dell'olio. In una ciotola unire la cipolla, il pangrattato, i capperi tritati, il ribes, i pinoli, il prezzemolo e la menta tritati.
Lavare i filetti di sardine, tamponarli con carta assorbente e, tenendole con la pelle rivolta verso il basso, adagiare un cucchiaio di ripieno e arrotolare la sardina.
In una teglia riporre gli involtini di sardine il più possibile vicine l'una con l'altra.
Cospargere la superficie con il ripieno rimasto e infornare per mezz'ora a 180°.
Ogni tanto mi piace mettermi li la sera, a letto e leggere le ricette dell'Artusi, mi evoca tempi lontani e cose buone...
Questa bevanda è parecchio tempo che la punto, e sabato mi sono decisa a provarla... caspita è davvero buona sapete? Io ho usato una bottiglia piccina di Valpolicella, ho quindi dimezzato le dosi e diminuito leggermente la quantità di zucchero prevista [anche se a mio gusto si potrebbe quasi dimezzare]. Il risultato è una bevanda gustosa, fresca e particolare.
Di seguito riporto la ricetta originale.
Di seguito riporto la ricetta originale.
" Per questa bibita, che merita di esser descritta perché piacevole e di facile esecuzione, occorre vino rosso di ottima qualità. Può servire tanto il bordò quanto il chianti, il sangiovese e simili".
Vino, decilitri 5
Acqua, decilitri 5
Limoni, n. 5
Zucchero bianco, grammi 500
Fate bollire lo zucchero nell'acqua cinque minuti. Tolto dal fuoco, strizzate in questo siroppo i limoni e versateci il vino, poi passatelo da un pannolino. Rimettetelo al fuoco per farlo bollire adagio 25 minuti e diaccio che sia imbottigliatelo. Servitevene allungato coll'acqua e raffrescato col ghiaccio in estate. Dovendolo conservare a lungo, tenetelo in cantina."
Io ne ho messe vie due bottigliette da 200 ml, si sa mai possa venirmi voglia in inverno! :]
Vino, decilitri 5
Acqua, decilitri 5
Limoni, n. 5
Zucchero bianco, grammi 500
Fate bollire lo zucchero nell'acqua cinque minuti. Tolto dal fuoco, strizzate in questo siroppo i limoni e versateci il vino, poi passatelo da un pannolino. Rimettetelo al fuoco per farlo bollire adagio 25 minuti e diaccio che sia imbottigliatelo. Servitevene allungato coll'acqua e raffrescato col ghiaccio in estate. Dovendolo conservare a lungo, tenetelo in cantina."
Io ne ho messe vie due bottigliette da 200 ml, si sa mai possa venirmi voglia in inverno! :]
Ricetta estiva, veloce e a crudo. L'unico fornello da accendere è quello per la pasta... comodo vero? Io me ne sono letteralmente innamorata di questo sapore deciso e delicato al tempo stesso, con l'aggiunta di qualche fogliolina di menta dona anche una sensazione rinfrescante al palato. Volendo è possibile aggiungerci qualche dadino di mozzarella secondo me!
Ingredienti:
180 g di linguine
13 acciughe sott'olio
basilico
menta
olio evo
1/2 limone spremuto
mollica di pane q.b.
Nel mixer unire le acciughe sgocciolate dall'olio, il basilico, la menta, il succo di limone e l'olio evo, frullare per qualche secondo fino a ridurre tutto in una salsa omogenea. In un tegamino scaldare 1 cucchiaino di olio e sbriciolarci le briciole di pane, spegnere appena prendono colore e risultano croccanti. Scolare la pasta e condirla con il condimento ottenuto. Servire. È ottima anche tiepida.
Ingredienti:
180 g di linguine
13 acciughe sott'olio
basilico
menta
olio evo
1/2 limone spremuto
mollica di pane q.b.
Nel mixer unire le acciughe sgocciolate dall'olio, il basilico, la menta, il succo di limone e l'olio evo, frullare per qualche secondo fino a ridurre tutto in una salsa omogenea. In un tegamino scaldare 1 cucchiaino di olio e sbriciolarci le briciole di pane, spegnere appena prendono colore e risultano croccanti. Scolare la pasta e condirla con il condimento ottenuto. Servire. È ottima anche tiepida.
Questo l'ho mangiato a casa di un amico dopo una gustosissima cena di pesce. L'ho trovato rinfrescante e profumato. La ricetta non si sa da dove arriva, nel senso che a lui l'ha data una collega e alla collega l'ha data un'amica... insomma una specie di passaparola :]
Io consiglio di servirlo in porzioni piccole [io ho usato gli stampini della Silikomart] accompagnato con della menta fresca e del ribes [che purtroppo non ho trovato]. Ovviamente è possibile usare solo arance, solo pompelmi e solo limoni, insomma quello che volete.
Il procedimento è davvero semplice e fattibile anche in giorni di caldo estremo!
Io consiglio di servirlo in porzioni piccole [io ho usato gli stampini della Silikomart] accompagnato con della menta fresca e del ribes [che purtroppo non ho trovato]. Ovviamente è possibile usare solo arance, solo pompelmi e solo limoni, insomma quello che volete.
Il procedimento è davvero semplice e fattibile anche in giorni di caldo estremo!
Ingredienti:
400 ml di arance, pompelmi
1 limone spremuto
200 g di zucchero
40 g di maizena
1 bustina di vanillina
scorza d'arancia bio
Allungare con acqua naturale il succo fino a portarlo a circa 500 ml.
Versarlo in un tegame antiaderente e unirvi prima lo zucchero [deve sciogliersi completamente], poi la scorza d'arancia, la vanillina e per ultimo aggiungere lentamente la maizena avendo cura di non far formare i grumi, usando una frusta manuale.
Portare ad ebollizione e bollire per 2 minuti. Spegnere e lasciar raffreddare nel tegame. Versare negli stampini e posizionare in frigorifero per 10 ore prima di servire.
Versarlo in un tegame antiaderente e unirvi prima lo zucchero [deve sciogliersi completamente], poi la scorza d'arancia, la vanillina e per ultimo aggiungere lentamente la maizena avendo cura di non far formare i grumi, usando una frusta manuale.
Portare ad ebollizione e bollire per 2 minuti. Spegnere e lasciar raffreddare nel tegame. Versare negli stampini e posizionare in frigorifero per 10 ore prima di servire.
Un olio profumato e da abbinare praticamente a qualsiasi piatto, su verdure, carne, pesce e sughi vari... e per realizzarlo non si sporca nulla! beh, cosa chiedere di più? :]
Cosa fondamentale è avere un buon olio extravergine d'oliva come base, poi basta lavare qualche stelo di erba cipollina, asciugarla con cura, farci un nodo per tenere insieme tutti i fili e infilarla nella bottiglietta insieme a qualche grano di pepe colorato, a qualche rametto di origano fresco [ben lavato e asciugato eh!] e riempire la bottiglietta di olio. Lasciar riposare un paio di settimane al buio e poi filtrare e utilizzare. Si conserva per circa 1 anno al buio.
Ricetta trovata su uno dei tanti libri di Sale&Pepe, precisamente "In tavola appena colti".
In estate, si sa, abbiamo bisogno di mangiare cibi freschi e veloci, e questo lo è, soprattutto se si ha a disposizione una pentola a pressione.
La ricetta è semplicissima, saporita e particolare.
Ingredienti:
150 g di lenticchie secche
50 g di orzo perlato
50 g di lamponi
1 scatoletta di tonno al naturale
erba cipollina
fior di sale
pepe
aceto di mele o meglio ancora di lamponi
olio evo
Lavare le lenticchie e il farro sotto acqua corrente per qualche minuto, poi riporli in pentola a pressione in acqua salata. Far cuocere per 15 minuti dal fischio.
Scolarli e farli raffreddare velocemente sotto l'acqua corrente.
In una ciotola versare le lenticchie, il farro, il tonno ben sgocciolato, l'erba cipollina sminuzzata, i lamponi tagliati in due, l'olio, l'aceto, il sale e il pepe.
Mescolare e servire.
In estate, si sa, abbiamo bisogno di mangiare cibi freschi e veloci, e questo lo è, soprattutto se si ha a disposizione una pentola a pressione.
La ricetta è semplicissima, saporita e particolare.
Ingredienti:
150 g di lenticchie secche
50 g di orzo perlato
50 g di lamponi
1 scatoletta di tonno al naturale
erba cipollina
fior di sale
pepe
aceto di mele o meglio ancora di lamponi
olio evo
Lavare le lenticchie e il farro sotto acqua corrente per qualche minuto, poi riporli in pentola a pressione in acqua salata. Far cuocere per 15 minuti dal fischio.
Scolarli e farli raffreddare velocemente sotto l'acqua corrente.
In una ciotola versare le lenticchie, il farro, il tonno ben sgocciolato, l'erba cipollina sminuzzata, i lamponi tagliati in due, l'olio, l'aceto, il sale e il pepe.
Mescolare e servire.
Circa un mese fa, un signore ha regalato a mia mamma 1 kg abbondante di more del suo giardino, belle, grandi e succose; ma tra impegni vari e pochissimo tempo le ho congelate in attesa che prima o poi arrivasse il momento giusto per utilizzarle.
Ecco, io come ormai avrete intuito amo le marmellate fatte in casa, perché quelle che si trovano nei vari supermercati proprio non mi vanno giù, hanno quel sapore di finto, di gelatinoso innaturale che proprio non mi invogliano all'acquisto... preferisco di gran lunga quelle fatte da me ecco! :]
Ecco, io come ormai avrete intuito amo le marmellate fatte in casa, perché quelle che si trovano nei vari supermercati proprio non mi vanno giù, hanno quel sapore di finto, di gelatinoso innaturale che proprio non mi invogliano all'acquisto... preferisco di gran lunga quelle fatte da me ecco! :]
Ingredienti:
1 kg di more
500 g di zuccheri
il succo di 1 limone
Lavare e asciugare delicatamente le more e metterle in un casseruola a fondo pesante insieme allo zucchero e al succo di limone. Far bollire a fuoco basso per circa 30 minuti o finché la confettura risulta compatta.
Versare ancora bollente nei vasi precedentemente sterilizzati e chiudere.
Si conserva per 4 mesi circa.
Se dovessero avanzarvi delle more, frullatele e con un colino a maglie fitte e filtratene il succo. A colazione unitelo in una brocca insieme con del latte fresco e freddo. Ottimo da bere così o da versare sui cereali. E poi è davvero divertente vedere il latte diventare color lilla. :]
Questa è in assoluto una delle mie preferite. Un po' perché amo le pesche, un po' anche per colpa dei ricordi... questa infatti è la prima confettura che feci qualche anno fa, diciamo che è stata la prima con un abbinamento insolito di ingredienti... insolito per quegli anni, ora si leggono e si trovano confetture di ogni tipo e ogni abbianamento è davvero azzeccato. E quasi quasi ci ho fatto l'occhio [o il palato] e non mi stupisco quasi più di nulla. Sarà che qualche anno fa per me esistevano solo le 4 confetture: albicocca, pesca, frutti di bosco e marmellata di arance amare... e quando [non ricordo dove] trovai questa ricetta mi sembrò un miscuglio fantastico!
A dire la verità la ricetta originale prevedeva le prugne, ma avendo a disposizione una quantità esagerata di pesche ho pensato di sostituirle con queste!
Ingredienti:
1 kg di pesche noci
500 g di zucchero
una manciata di noci spezzattate
2 cucchiai di rum bianco
Lavare ed asciugare le pesche, tagliarle a pezzi non troppo grossi e metterle in un casseruola a fondo pesante insieme allo zucchero e far cuocere finché la confettura risulta compatta.
A questo punto unirvi il rum e le noci spezzettate grossolanemante e mescoalre.
Versare ancora bollente nei vasi precedentemente sterilizzati e chiudere.
Si conserva in un luogo buio per circa 10 mesi, ma vi assicuro che finirà prima :]
Mi raccomando, quando fate sterilizzare i vasi in acqua bollente, ricordatevi anche dei coperchi; se il coperchio presenta dei graffi o la guarnizione non è più bianca gettateli subito, meglio utilizzare dei tappi nuovi per non rischiare di dover buttare poi l'intero vasetto di confettura ;]
A dire la verità la ricetta originale prevedeva le prugne, ma avendo a disposizione una quantità esagerata di pesche ho pensato di sostituirle con queste!
Ingredienti:
1 kg di pesche noci
500 g di zucchero
una manciata di noci spezzattate
2 cucchiai di rum bianco
Lavare ed asciugare le pesche, tagliarle a pezzi non troppo grossi e metterle in un casseruola a fondo pesante insieme allo zucchero e far cuocere finché la confettura risulta compatta.
A questo punto unirvi il rum e le noci spezzettate grossolanemante e mescoalre.
Versare ancora bollente nei vasi precedentemente sterilizzati e chiudere.
Si conserva in un luogo buio per circa 10 mesi, ma vi assicuro che finirà prima :]
Mi raccomando, quando fate sterilizzare i vasi in acqua bollente, ricordatevi anche dei coperchi; se il coperchio presenta dei graffi o la guarnizione non è più bianca gettateli subito, meglio utilizzare dei tappi nuovi per non rischiare di dover buttare poi l'intero vasetto di confettura ;]
Ricetta trovata su un numero estivo di Cucina Moderna del 2007. Più di 100 pagine di doppie ricette di conserve, confetture, liquori e cordiali, insomma un vero e proprio pozzo di idee e ispirazione che mi tengo stretto stretto.
Per me l'estate è questa, è conservare, mettere sotto vetro, fare scorte per l'inverno, rinchiudere in un barattolo ciò che di buono c'è in questa stagione... è assurdo dirlo, ma per me agosto significa fine dell'estate e l'arrivo delle sere in casa a leggere, delle cenette calde al lume della cappa della cucina, del forno e camino acceso... insomma, si è capito che a me l'estate non piace? eh eh, almeno qui da me! Al mare è tutta un'altra cosa, si sa! Ogni anno dopo aver fatto le ferie a luglio mi ritrova a sperare che arrivi presto settembre! E passo praticamente tutto agosto a trafficare ai fornelli e sterilizzare vasetti!
Questa è una confettura molto profumata perché racchiude, oltre alle susine e ai lamponi, anche scorza di limone, menta e rosmarino... che mescolati insieme sono ottimi!
Per me l'estate è questa, è conservare, mettere sotto vetro, fare scorte per l'inverno, rinchiudere in un barattolo ciò che di buono c'è in questa stagione... è assurdo dirlo, ma per me agosto significa fine dell'estate e l'arrivo delle sere in casa a leggere, delle cenette calde al lume della cappa della cucina, del forno e camino acceso... insomma, si è capito che a me l'estate non piace? eh eh, almeno qui da me! Al mare è tutta un'altra cosa, si sa! Ogni anno dopo aver fatto le ferie a luglio mi ritrova a sperare che arrivi presto settembre! E passo praticamente tutto agosto a trafficare ai fornelli e sterilizzare vasetti!
Questa è una confettura molto profumata perché racchiude, oltre alle susine e ai lamponi, anche scorza di limone, menta e rosmarino... che mescolati insieme sono ottimi!
Ingredienti:
1 kg di susine rosse
300 g di lamponi
500 g di zucchero
1 limone non trattato
qualche fogliolina di menta
1 ramettino di rosmarino
In una ciotola unire le susine [lavate e snocciolate] insieme ai lamponi, allo zucchero, alla scorza di limone gratuggiata, alle foglioline di menta tritate e a mezzo cucchiaio di aghi di rosmarino tritati. Unirvi anche il succo del limone. Lasciare macerare il tutto per una notte mescolando di tanto in tanto. Il giorno seguente cuocere la frutta per almeno 1 ora a fuoco moderato, avendo cura di mescolarla spesso e di eliminare la schiuma che si forma in superficie.
Nel frattempo sterilizzare i vasetti in un pentolone d'acqua bollente per 20 minuti circa, disporli su un canovaccio asciutto e pulito e lasciare che si asciughino. Quando la confettura è pronta [fare sempre la prova piattino] versarla ancora bollente nei vasi puliti, chiudere ermeticamente e girarli a testa in giù. In questo modo si creerà il sottovuoto. Lasciarli completamente raffreddare [meglio fino al giorno successivo] prima di riporli in dispensa. Si conservano per circa 8 mesi.