Uno dei miei momenti preferiti dell'anno, quando gli alberi sono ormai nudi e le foglie cadute creano un enorme, infinito tappeto soffice fatto di toni caldi e confortanti. In questo periodo dell'anno amo fare una passeggiata per le stradine di campagna che si snodano vicino a casa, avvolta nel mio cappotto marrone, con una calda berretta di lana in testa, la macchina fotografica al collo e la mente libera da pensieri (almeno per quel breve tragitto). Mi piace osservare come cambia il paesaggio, mi piace vedere le zolle di terra nei campi, accorgersi che in lontananza c'è un uomo chino alla ricerca di funghi, sentire gli ultimi uccelli canticchiare, camminare sui rami spezzati, sentire l'aria fresca in viso, ascoltare il silenzioso suono dell'acqua che scorre e osservare, probabilmente, uno degli ultimi cieli azzurri e sgombri da nuvole.
Sempre di corsa, corsa e ancora corsa. Non sono ancora riuscita a scaricare le foto di Lucca. Abbiate pazienza... prima o poi ce la farò (spero).
Oggi parliamo di lenticchie.
Il mio amore per le lenticchie è piuttosto recente, diciamo che risale a circa 3 anni fa. Prima per me e per la mia famiglia sono sempre state un contorno tradizionale, e pure un po' scontato, al solito cotechino di capodanno. Poi durante tutto l'anno le lenticchie non meritavano nemmeno una menzione. Eppure sono buone, fanno bene e sono pure parecchio simpatiche! :)
Oggi parliamo di lenticchie.
Il mio amore per le lenticchie è piuttosto recente, diciamo che risale a circa 3 anni fa. Prima per me e per la mia famiglia sono sempre state un contorno tradizionale, e pure un po' scontato, al solito cotechino di capodanno. Poi durante tutto l'anno le lenticchie non meritavano nemmeno una menzione. Eppure sono buone, fanno bene e sono pure parecchio simpatiche! :)
Ora ho iniziato a mangiarle "fuoristagione" e trovano anche in estate il loro momento di gloria sulla mia tavola. Da quando è arrivato l'autunno - quello veo - le ho già cucinate parecchie volte, vuoi in minestre, in zuppe o in padella con della buona salsa di pomodoro homemade. Mi piacciono quelle piccine di Castelluccio così naturalmente colorate che sembrano dei coriandoli e mettono allegria solo a guardarle. Poi mia mamma mi aveva portato dall'Uzbekistan delle lenticchie locali, verdi, piuttosto ovali e più simili ad un fagiolino secco che a una lenticchia per come la conosciamo noi. Così stavolta ho fatto un mix (viste le numerose confezioni aperte in dispensa) tra le lenticchie di Castelluccio, quelle Uzbeke e delle lenticchie che avevo ricevuto da loro un paio di anni fa. Una ricetta semplice, semplice, come quelle che più mi rispecchiano.
Questi biscotti al burro sono fragranti, profumati di limone e ottimi con il tea delle cinque :) Io a dire la verità ne ho mangiati parecchi da quando li ho preparati un paio di sere fa (e non solo come merenda :)... e come è possibile resistergli? Si conservano per una decina di giorni in una scatola di latta, ma la cosa che fa sorridere è che difficilmente, molto difficilmente, arriveranno a quella data :)
Oggi, che sono ridotta un po' maluccio causa forte influenza, mi hanno piacevolmente allietato la giornata e il numero di biscotti è diminuito a vista d'occhio. Mi sa che stasera non ceno :D
Oggi, che sono ridotta un po' maluccio causa forte influenza, mi hanno piacevolmente allietato la giornata e il numero di biscotti è diminuito a vista d'occhio. Mi sa che stasera non ceno :D
Io la fettina di carne, nuda e cruda (ma cotta eh), la mangio spesso e l'ho mangiata spesso... ricordo che da piccola me la trovavo nel piatto un giorno si e l'altro pure! "Mangiale che fa bene" "Mangiale che fa sangue" ecc... in realtà da quando ho avuto la possibilità di mettermi ai fornelli la fettina ho cercato di mangiarla il meno possibile; non perché non mi piaccia o per questioni di vegetarianismo o moralismo, ma semplicemente perché boh, non mi soddisfa pienamente.
Non sto parlando di succosi arrosti, golosi insaccati, saporite grigliate o cremose insalate di pollo, sto parlando della normalissima bistecca in padella. Con quel sapore un po' anonimo, quelle fibre che se la si cuoce per due minuti in più diventa di gomma o, semplicmente, ne ho mangiate troppe da piccola e ora storco un po' il naso. Preferisco di gran lunga le fettine alla pizzaiola o delle unte scaloppine :) L'altra sera ho scongelato delle fettine di fesa di vitello che avevo nel congelatore da qualche tempo e le ho preparate e cotte nel solito modo, solo che alla fine nel sughetto ristretto di burro di ho aggiunto una cucchiaiata di senape forte di Dijone e del prezzemolo fresco tritato... saporitissime ma delicate al tempo stesso.
La zuppa di cipolle è una delle ricette di cucina che adoro! È dolce, calda, coccolosa e pure un po' retrò :) E chi mi conosce almeno un po' sa benissimo che io amo tutto ciò che sa di antico, di tradizione e di vissuto. E cosa c'è di meglio, dopo otto lunghissime ore di vita da ufficio, che tornare a casa e preparare una zuppa come questa? Non ho cambiato nulla rispetto alla ricetta originale che trovate qui (e che riporto pari pari qui sotto :), e, se ci fate caso, è anche una zuppa veloce, di quelle che in una mezzoretta si è seduti comodi con le gambe sotto il tavolo a chiacchierare e a raccontarsi la giornata magari sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso! Ah, si, queste cenette le adoro!
Il loro bel colore arancio li fanno sembrare, da lontano, tante lanterne appese a rami secchi e questo lato un po' romantico e allo stesso tempo vintage del frutto me li ha fatti amare sin da piccola.
Avevamo una bella pianta al centro del giardino e ricordo, come fosse ieri, la nonna che li raccoglieva ancora "indietro" e li poneva su dei fogli di giornale in una stanza buia e fresca a proseguire la lora maturazione, senza il rischio che si spappolassero al suolo :)
Molta gente invece non li trova simpatici per via della loro polpa filamentosa, zuccherina, quella buccia troppo sottile e poi, diciamocelo, non sono certamente un frutto che favorisce la dieta; per me, invece, è proprio questo mix di caratteristiche che me lo ha fatto - e continua a farmelo - amare così intensamente... è delicato, la sua vita è breve (questione di giorni) e il fatto di sporcarmi come una bambina mentre lo mangio è un aspetto del suo essere che adoro, lo trovo giocoso e divertente... oltre che buonissimo!
Ho provato a farlo al forno e udite, udite, anche l'uomo di casa si è dovuto ricredere e l'ha mangiato... lui che i cachi non li ha mai apprezzati :D
Io e la crema pasticcera non siamo mai andate d'accordo... provate a fare un cerca su il blog e non ne troverete traccia. Eppure tanti mi dicono che è semplice, che basta calibrare bene gli ingredienti che sarà perfetta... io ci ho provato più volte ed è sempre stato un insuccesso... o non si addensava o si addensava troppo o sapeva di uova :( insomma un disastro che più disastro non si può! Io l'ho sempre detto che preferisco cucinare piatti salati che fare i dolci :) Però, stavolta è andata diversamente... ci ho riprovato e, udite udite, la crema è uscita p-e-r-f-e-t-t-a al primo colto di frusta :D Mi ero messa in mente di fare una crema pasticcera con la farina di castagne, per il contest della Cucina Italiana e partecipare al contest Castagne al Desco a Lucca, così mi sono messa a leggere ricette su ricette di varie creme pasticcere, alcune famose, altre meno e alla fine ho cercato di personalizzare quella che conteneva meno uova possibili ed è buonissima! :)
Queste sono soddisfazioni grandi!!
Il semolino mi evoca ricordi di infanzia, quando mamma a volte, il sabato, preparava i gnocchi alla romana, con burro e tanto parmigiano :) Che bontà quella crosticina dorata e quella consistenza dal sapore di latte! Si, perché a me il semolino non so per quale motivo ricorda il latte :)
Mentre questi sono dei gnocchetti improvvisati dopo una giornata di lavoro alla scrivania e fanno parte di quelle ispirazioni che ti arrivano così, per caso. E, viste la nebbia serale di questi giorni, li ho accompagnati con un bel brodo bollente di carne (preso dalla mia personale scorta ready to use direttamente dal congelatore alla pentola), ma va benissimo anche quello di verdura.
Zuppa di porri, cavolfiore e spinaci
By il gatto goloso - novembre 09, 2011
Mi rendo conto che ultimamente le mie foto sono per lo più monocromatiche; ma la cosa strana è che me ne rendo conto solo ora che guardo i post precedenti ...possibile? C'è bisogno di un po' di colore qui! Prometto che nei i prossimi scatti cercherò di portare un po' più di tonalità e allegria :)
Ma torniamo alla zuppetta: una zuppetta piuttosto comune direte voi, e io non posso che darvi ragione... :)
Ma torniamo alla zuppetta: una zuppetta piuttosto comune direte voi, e io non posso che darvi ragione... :)
Ora che le giornate si sono accorciate di molto e che si fa buio alle 16,30 e ora che le temperature sono più fresche mi piace tornare dal lavoro e mettermi a preparare qualcosa che abbia il sapore del rientro a casa, qualcosa per ricordarmi che gli impegni sono finiti, qualcosa che mi fa chiudere a chiave la porta d'ingresso sapendo che fino al giorno successivo non metterò più piede fuori, qualcosa che mi rasserena sapendo che gli impegni sono finiti... qualcosa di confortante insomma, quel conforto che solo qualcosa di caldo può regalare. Sazietà e leggerezza si sposano bene solo in questo caso :D
Ricordo l'eccitazione che provavo, allora bambina diecenne, quando (ogni tanto) la domenica a pranzo la si usava, era troppo bello, strano, allegro e fortunatamente l'entusiasmo non l'ho perso per strada e oggi è ancora più forte! Sarà che rispetto a tanti anni fa in cui mi accontentavo di una maionese e una salsa rosa o tartara già pronta, ora mi diverto ancora di più a preparare con le mie manine le salse e sabato ci è voluto uno stoooop dell'uomo di casa per fermarmi, altrimenti ne avrei prodotte più del numero di bocconcini di carne disponibili :)
Già che ci sono, ne approfitto per ringraziarvi tutti di cuore per i tantissimissimi auguri che ho ricevuto!! Grazie, grazie, grazie :)
Ed ora ecco come preparare la Bourguignonne:
Questa è la torta al cioccolato che preferisco, ma la ricetta non è mia :)
È la ricetta della mamma del Paxi e che puntualmente spunta ad ogni cena fra amici... e come resisterle? È una di quelle torte che non riesci a smettere di mangiare, di quelle che ti coccolano al mattino e riescono a farti sembrare meno dura la sveglia, di quelle che pucciate in una tazza di caffélatte sono buonissime ma che lo sono ancora più se mangiate nature. Ecco, premetto che è piuttosto calorica e che la quantità di farina è talmente irrisoria da poter quasi essere eliminata, ma vi giuro che se la provate una volta poi non ne potrete più fare a meno :)
Grazie al Paxi per avermela fatta conoscere e alla sua mamma per aver condiviso con me la ricettina :)
E questa è la torta che ho deciso di regalarmi per il compleanno... non avrei potuto scegliere dolce migliore :)
E siamo nella settimana del mio compleanno... sigh, ancora pochi giorni e poi arriveranno i trentuno sob sob... se mi volto un attimo mi rivedo come fosse ieri a scrivere questo post e non mi sembra umanamente possibile che un altro anno se ne è andato... cacchio se passa in fretta il tempo! :)
Vabbé, ma mica siamo qui per deprimerci eh, anzi siamo qui per iniziare i festeggiamenti per accompagnarmi, molto dolcemente, verso il giorno in cui aggiungerò un +1 dopo a quel 3 che tanto mi ha terrorizzato lo scorso anno :D
Queste spiraline semplici semplici e a prova di bambino mi hanno letteralmente conquistata... appena le ho addocchiate su pinterest sono andata a sbirciare la ricetta originale e non ho fatto altro che farle e rifarle cambiando continuamente il ripieno, vuoi con la mia adorata crema di nocciole, vuoi con dei pezzettini di mela e cannella, vuoi con del miele e uvetta ...insomma ci ho messo dentro di tutto compreso del pomodoro e mozzarella e il risultato è sempre stato qualcosa di sorprendente! :) Una volta fatti si conservano croccanti per un paio di giorni, ma tanto il rischio di un avanzo è pari a zero :D